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Paesaggi solitari. Bruna Biamino


Dead Sea (2008). Courtesy Ermanno Tedeschi Gallery

La terra arida, secca, montuosa. I laghi e il mare di un azzurro abbacinante. E il deserto, bianchissimo. Così l’artista torinese Bruna Biamino ci racconta Israele. Fotografie concise ed essenziali, dove il virtuosismo della tecnica cede il posto alla natura, che, solitaria, si rivela ed entusiasma. Nella loro semplicità e nettezza, le foto ci parlano del territorio israeliano in tutta la sua variegata geografia, a cominciare dalla piattezza totale del Mar Morto, a 400 metri sotto il livello del mare, che viene reso come un assoluto di luce e di azzurro. I confini sono labili tra cielo e acqua; Bruna li sfuma e concentra la massima attenzione sulla lingua di terra che si profila appena sopra la superficie marina, unica nota scura nell’immagine.
I segni del tempo – Signs of Time si intitola significativamente la mostra – sono quelli che emergono dalla stratificazione delle rocce rosse della fortezza di Masada, isolata nel deserto. Un luogo aspro, crudo, livellato dall’erosione degli agenti atmosferici ma anche dai duri conflitti di cui si è reso protagonista l’uomo. Mura alte 5 metri racchiudevano la fortezza, che fu oggetto dell'assedio dell'esercito romano nel I secolo d.C., conclusosi tragicamente con il suicidio collettivo della comunità ebraica lì residente.


Masada
(2007). Courtesy Ermanno Tedeschi Gallery

La fotografa riprende poi il deserto intorno alle grotte di Qumran, dove nella prima metà del Novecento è avvenuto il ritrovamento dei Manoscritti del Mar Morto, rotoli di papiro conservati in anfore per sopravvivere alla distruzione della conquista romana. L’artista riesce a cogliere l’importanza di questo luogo che, sebbene impervio e inospitale, ha un richiamo di grande significato religioso e storico. Questi testi, infatti, comprendono alcuni documenti biblici precedenti al 100 a.C. che conservano la testimonianza della fine del tardo giudaismo, periodo successivo all’esilio babilonese.


Qumran (2007). Courtesy Ermanno Tedeschi Gallery

Molti altri luoghi vengono fotografati dall’artista: il lago di Tiberiade, le città di Arad e di Zefat, la valle di Timna. Sono tutti paesaggi molto suggestivi, dai colori assoluti. La natura, infatti, si esprime qui per contrasti totali, digradando dal nero più cupo al celeste opalescente, per trascolorare infine nel bianco cristallino. Negli scatti colpisce l’assenza di presenze umane e la solitudine di cui questi luoghi sono permeati. I paesaggi sembrano così assumere un valore spirituale per l’artista, suggerendo che la loro ripresa fotografica ha significato per lei una ricerca di sé intima e profonda. Bruna Biamino lavora con una tecnica precisa, non si perde in lirismi e si approccia all’immagine fotografica in maniera pulita e netta. L’artista decide di non imprimere di sé quello che ha fotografato ma di fare un passo indietro, lasciando che il paesaggio si racconti da solo e narri le storie, sofferte e drammatiche, di cui la terra d’Israele è tutt’ora densa.


Francesca Castiglia


Bruna Biamino - Signs of Time. Tiberias, Dead Sea and Neghev

dal 27 ottobre all’1 dicembre 2010

Ermanno Tedeschi Gallery, via del Portico d’Ottavia 3 - 00186 Roma

www.etgallery.it

 

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