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Il vuoto mediale di Paolo Assenza


Dialogo a tre
(2010). Courtesy Galleria Endemica

Corpi senz’anima. I protagonisti delle tele di Paolo Assenza appaiono così, spogliati di tutto ciò che li possa caratterizzare umanamente. Vestiti solo di colore, appropriatamente freddo, steso in modo da appiattirli al massimo sulla tela.Si presenta così l’esposizione di questo giovane artista romano. Dipinti di diverse dimensioni, dei quali un qualsiasi spettatore impara a riconoscerne subito lo stile. Personaggi che sembrano icone, simili a quelle che siamo abituati a vedere nelle opere della Pop Art. Difatti il rimando c’è, non solo a livello visivo, ma anche concettuale: la televisione e i principali mezzi di comunicazione mediale, che producono assuefazione.
In “Dialogo a tre”, il terzo incomodo è rappresentato proprio dalla tela, che in questo caso diventa la tele, causa dell’immobilità della coppia dipinta sul divano. I due personaggi sono immobili, assorti, la donna cerca di interagire, ma l’uomo guarda fisso nel vuoto, rappresentato dalla tv. Dei due, il pittore ci fa vedere solo un netto e preciso profilo e un particolare. Il resto è solo colore piatto. Della donna vediamo le mani, dell’uomo gli occhiali, con lenti rosse, modo originale per esaltare l’immobilità del suo sguardo. In opposizione alla piattezza dei protagonisti, il pittore raffigura quasi maniacalmente il divano su cui siedono, che diviene così più 'reale' dei suoi occupanti. Insomma, la televisione spesso 'rapisce' chi la guarda, tutti noi le sediamo davanti, e potremmo un giorno finirci dentro. Come succede osservando questo quadro, in cui metaforicamente il terzo incomodo del Dialogo è lo spettatore.


Copy (2010). Courtesy Galleria Endemica

L’unico video della mostra non poteva che ribadire il concetto. Un signore cucina un’appetitosa e succulenta minestra di giornali, tra i quali spiccano quelli di cronaca rosa. L’accuratezza della selezione delle notizie e di preparazione del pasto sono le stesse con cui una casalinga sceglie gli ingredienti e li cuoce.

Sembra come se l’artista ci ponga una domanda: siamo talmente avidi di leggere dei fatti altrui da divorarli? O forse siamo così catturati da tv e giornali da esserne divorati?

Antonio Pizzolante


Paolo Assenza - Vuoto a perdere
dal 12 novembre al 15 dicembre 2010

Galleria Endemica, Via Mantova 14, Roma

www.endemica.it

 

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