Sei qui: Home Magazine ARCHIVIO SC MAGAZINE
  • Increase font size
  • Default font size
  • Decrease font size
Cerca

www.sguardocontemporaneo.it

Eugenio Giliberti. Natura/cultura a/r


Il senso di Walden
, courtesy Galleria Guidi & MG Art

Il senso di Walden: mai titolo sarebbe stato più azzeccato per questa mostra di Eugenio Giliberti, curata da Bruno Corà presso la Galleria Guidi & MG Art. Artista di lungo corso (attivo da oltre venticinque anni), Giliberti ha scelto di riflettere su un tema caro a molti autori, quello dello scontro natura/cultura. Il lavoro di Giliberti, tuttavia, presenta degli aspetti peculiari – dei quali parleremo più avanti – che lo differenziano dagli approcci un po’ stereotipati su cui si rischia spesso di scivolare quando si affronta una questione del genere. Ma partiamo dal titolo. Il riferimento al celebre testo di Henry David Thoreau – Walden ovvero La vita nei boschi, appunto – permette di cogliere i tratti salienti delle opere dell’artista napoletano: Walden, ampiamente considerabile una sorta di autobiografia, parla dell’esperienza di vita di Thoreau nei boschi in prossimità del lago Walden (Massachusetts), in condizioni di autoimposta ‘frugalità’. Il libro, pubblicato nel 1854, rappresentava la volontà di ribellione del pensatore statunitense a una certa idea di modernità  (collegata all’industrializzazione e all’affermazione del capitalismo), in luogo di un rapporto diretto con l’ambiente naturale e del recupero della ‘misura’  (la metriòtes di cui parlava anche Orazio, per sintetizzare). Tale pensiero ha successivamente ispirato decine di artisti e personalità fra le più disparate, dagli esponenti della Beat Generation al Chris McCandless la cui triste parabola è stata narrata un paio d’anni fa dal film Into the Wild di Sean Penn. Dal canto suo Giliberti, moderno interprete del Walden, ha cercato di fornire una prospettiva visiva al pensiero di Thoreau, finalizzata alla trasmissione di valori etici ed estetici. Nelle opere in mostra, infatti, non c’è traccia di contrapposizioni fra le due polarità (natura e cultura), né si assiste a tentativi di mettere in luce una possibile inconciliabilità fra le parti. Ecco così che Giliberti decide di sezionare dei piccoli tronchi d’albero e disporli all’interno di una tavola incorniciata (rigorosamente in legno semplice).


Il senso di Walden
, courtesy Galleria Guidi & MG Art

Le sezioni, simili a macchie astratte, sono disposte in modo regolare sul piano (sette in verticale, dieci in orizzontale): interessante diventa così capire come Giliberti, con un gesto ‘umano’, abbia piegato il dato ‘naturale’ alle proprie esigenze compositive, sezionandolo e disponendolo in un ordine seriale. Ma il pezzetto di legno – parte costitutiva di uno degli elementi per eccellenza dell’ambiente boschivo, l’albero – torna ad affermare la propria autonomia e forza; se da un lato infatti, come già visto, il tronchetto è modificato dalla mano dell’artista, dall’altro continua a opporre una ‘cordiale’ resistenza, visto che i diametri di ogni pezzo sono sensibilmente diversi fra loro per regolarità e forma. Il risultato è dunque una mediazione di grande senso poetico fra la serialità e l’unicità degli elementi lignei, fra intervento umano e persistenza della componente organica della pianta. Le altre opere si collocano sulla stessa linea: si tratta di tavole di legno scandite da linee orizzontali gialle realizzate con la cera, nella quali ancora una volta l’oggetto della riflessione è l’azione umana sull’elemento ‘naturale’ (la tavola), esercitata tuttavia per mezzo della natura stessa (la cera). Le imperfezioni delle linee tracciate sono visibili, anzi ostentate, sullo stile delle bandiere di Jasper Johns. A completare il percorso, Giliberti ha collocato al centro dello spazio una seduta – dalla forma vagamente organica e, inutile dirlo, interamente fatta in legno – che può accogliere il pubblico: pure in questo caso è evidente la volontà di parlare di una natura che torna a essere accogliente e disponibile nei confronti dell’uomo.


Il senso di Walden
, courtesy Galleria Guidi & MG Art

Per stemperare un po’ il clima della galleria (di certo non freddo, ma le pareti bianche si fanno sentire), in occasione dell’inaugurazione sono state collocate all’interno dello spazio espositivo un mucchietto di mele poi sbucciate e offerte ai visitatori, a dimostrazione che il vernissage può essere un momento unico, non regolato da protocolli prestabiliti. L’accordo fra artificio e ‘naturalità’ mostrato da Giliberti porta così a una sorta di ‘Arcadia concettuale’, senza idealizzazioni paesaggistiche, ma capace di suggerire una possibilità di conciliazione fra le due forze. Forze che dialogano e portano avanti istanze diverse, senza mai alzare la voce.

 

Saverio Verini


Eugenio Giliberti. Il senso di Walden
a cura di Bruno Corà
dal 12 novembre 2010 al 6 gennaio 2011
Galleria Guidi & MG Art, Vicolo Sant'Onofrio 22/23 - Roma
www.galleriagiacomoguidi.com

 

Pubblica questo Articolo

Facebook Twitter Google Bookmarks RSS Feed