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Avere luogo. Nora Schultz


Print station avere luogo
(2010),
Courtesy l’artista, Sutton Lane, Londra/Parigi e la Fondazione Giuliani, Roma. Crediti: Gilda Aloisi.

Avere luogo, personale dell’artista tedesca Nora Schultz è la prima di una serie di mostre presentate alla Fondazione Giuliani, in cui artisti italiani ed internazionali sono inviatati a far interagire il proprio lavoro con quello dell’omonima collezione.

Il progetto visibile fino al 31 dicembre offre un’ interessante indagine su un nuovo modo di intendere la scultura e il suo rapporto con il luogo che delimita e che segna con la sua presenza. Se i veri protagonisti di questa esposizione sono tubi, lastre di ferro, corde, assi di metallo e calamite (materiali trovati, quindi reimpiegati), il principale obiettivo è quello di coinvolgere lo spettatore, di restituirgli la possibilità di farne esperienza. Le sculture sono oggetti che sono assemblati  in maniera creativa dall’artista e non perdono la loro memoria funzionale ma ne acquistano una diversa. Aggiungono nella mente di chi guarda nuove possibilità formali. Sono sculture che conservano ogni traccia dell’attività umana e negano contemporaneamente la loro comune destinazione d’uso.

X - Tables (2007), Courtesy Fondazione Giuliani, Roma. Crediti: Gilda Aloisi.

Storicamente i riferimenti del lavoro di Nora Schultz si ritrovano sia nel minimalismo, in particolare nell’opera di Carl Andre, ma anche in quella di Robert Morris e Robert Rauschenberg, tali connessioni si svelano immediatamente alla vista di opere come Model for Underground Airport (After Vantongerloo) (2010), Untitled (foam mattress I)(2007) e Car (2009).
Soluzioni più originali emergono in Print Station (2010), in cui il processo si fa parte costituente delle stesse forme (oggetti) e trasforma lo spazio in elemento significante del lavoro stesso, e X tables (2007), istallazione in cui due strutture in ferro prive di ogni rigidità geometrica sorreggono delle tavole in legno a forma di x, quasi per  volerne cancellare la destinazione d’uso originaria con l’obiettivo di affermarne un’altra che trova espressione attraverso l’utilizzo poetico di materiali non preziosi.


Car
(2009),
Courtesy Sutton Lane, Londra/Parigi. Crediti: Gilda Aloisi

L’assenza di didascalie accanto ad ogni opera esplica l’intento dell’artista di non voler fornire alcun suggerimento a chi vi si avvicina: è così presentata una esperienza unica per il visitatore, che facendo appello alla propria memoria e alle proprie sensazioni riesce a sconfiggere qualsiasi barriera dello spazio espositivo e a concepire ogni opera come oggetto che si svela nella sua immediatezza.


Untitled (foam mattress I)
(2007), Courtesy Sutton Lane, Londra/Parigi. Crediti: Gilda Aloisi.

In mostra sono esposti sia lavori realizzati dalla Schultz negli ultimi quattro anni sia sculture e collage creati per questa prima esperienza italiana. Proprio i secondi offrono un importante spunto di riflessione sul mondo del collezionismo: le fotografie ritraggono le opere appartenenti alla Collezione Giuliani nei loro luoghi d’uso, nei contesti in cui si ritrovano ad essere vissute quotidianamente dalle persone che frequentano lo studio notarile. Con questo gesto l’artista mostra la dimensione intima e privata in cui sono collocate le opere e cerca di farla dialogare con quella maggiormente pubblica di una galleria (in questo caso la Fondazione). Ci rendiamo conto, quindi, di quanto l’opera d’arte possa creare un luogo o appartenere  a questo, caratterizzandolo, generandolo quasi. Allora si chiarisce anche il titolo della stessa mostra, avere luogo, in cui la creazione di un luogo (sia questo mentale o reale) è la possibilità offerta allo spettatore.


Collection
(2010), Courtesy l'artista, Sutton Lane, Londra/Parigi e la Fondazione Giuliani, Roma. Crediti: Gilda Aloisi

Attraverso questa esposizione si rende esplicito anche l’intento di voler presentare la Collezione come un archivio, come data base per gli artisti che di volta in volta vengono ospitati in Fondazione, e non come una raccolta sterile di opere d’arte destinate ad una fruizione privata e di nicchia. Penso sia un aspetto fondamentale e innovativo poiché raramente, soprattutto nell’ambito della situazione contemporanea,  è possibile affacciarsi al mondo delle collezioni private.

Claudia Cavalieri


avere luogo
a cura di Adrienne Drake
dal 12 ottobre al 31 dicembre 2010
Fondazione Giuliani, via Gustavo Bianchi 1 - Roma
www.fondazionegiuliani.org

 

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