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Nicole Tran Ba Vang. Vintage collection


serie Collection Automne-Hiver 2003-04, Yana (2003), Courtesy Galleria Emmeotto

Nicole Tran Ba Vang  espone  per la prima volta in Italia, alla Galleria Emmeotto, un’antologia dei suoi lavori. Artista  di origine vietnamita trapiantata a Parigi lavora principalmente con la fotografia e  pone  il suo obiettivo sulla  donna, non quella comune della porta accanto ma quella bella, perfetta delle copertine delle riviste di moda.
Anche se a colpo d’occhio le sue fotografie possono sembrare un tantino superficiali o già viste in realtà rivelano ad una osservazione più attenta  una riflessione  sociologica sul valore dell’immagine  nella società contemporanea.  
Fin dagli anni ’90 l’artista si è interessata alle immagini di moda e i suoi lavori sono stati in qualche modo influenzati da quel mondo da cui ha tratto spunti, ispirazioni e riflessioni, come quelle sul ruolo del corpo e  sull’aspetto della bellezza nella nostra società. I lavori che appartengono alle serie delle  Icone realizzate dal 1997 al  2006  si rifanno  soprattutto alle immagini  simbolo delle dive del cinema ma non disdegnano anche quelle glamour delle modelle delle riviste. Le prime opere di questa serie sono degli interventi pittorici su ritagli di giornali  nei quali l’artista apporta modifiche alle immagini preesistenti, quelle appartenenti alla produzione di massa, appunto. Tran Ba Vang  lavora su fotografie non sue, quelle stampate sulle riviste, dipingendovi sopra dei particolari; tale intervento, nonostante sia minimo e quasi impercettibile, restituisce all’immagine originaria un nuovo aspetto: il gesto pittorico dell’artista le rende più calde, umane e reali e le sottrae all’Olimpo della perfezione dove  invece apparirebbero lontane e inarrivabili.  Non più l’immagine sacra, patinata, lucente, della modella bella e svestita, dunque, ma un’immagine opaca posta sotto la lente di ingrandimento dell’arte che ne evidenzia difetti, problematiche, insensatezze. L’artista dipinge sulle immagini di questi corpi apparentemente perfetti una seconda pelle, evidenziando così imperfezioni e  sfumature; l’immagine della donna è così riportata ad una dimensione reale, normale, quella di tutti i giorni dove il tempo scorre  velocemente e non si può fermare. In  Date with the night 6 l’artista dipinge  una sorta di vestito che ha il colore della pelle tramite una pennellata, però, che sembra sporcare l’immagine sottostante, limpida e perfetta.


serie Icone 1997-2006, Date with the night 6 (2006); Courtesy Galleria Emmeotto

A questo punto è come se una seconda pelle, più umana, andasse a coprire e nascondere parzialmente quella sottostante, artificiale e illusoria, smascherandone il trucco:  la perfezione non esiste e le immagini di bellezza propinate dai media non hanno fatto altro che ingannarci, questo il messaggio. Ad ogni modo questa riflessione è condotta dall’artista non in maniera violenta o eccessiva  ma con ironia e  intelligenza.  Nicole Tran Ba Vang che aveva, dunque, iniziato a manipolare l’immagine dei media già dalle prime opere con l’intervento pittorico, proseguirà tale procedimento anche  con l’utilizzo della fotografia digitale,  a partire dalle opere del 2000.


serie Icone 1997-2006, Senza titolo (2006), Courtesy Galleria Emmeotto

In mostra troviamo esposte anche una serie di foto digitali di grandi dimensioni che l’artista riunisce sotto il nome di fittizie collezioni di moda; in questi lavori ritorna l’elemento della seconda pelle come vestito che ricopre il corpo sottostante ma qui la riflessione si sposta su un altro aspetto: non la denuncia di un corpo perfetto che non esiste, ma piuttosto l’importanza dell’aspetto esteriore nella vita contemporanea dove il vestito diventa per  l’uomo quasi una secondo pelle, un’ espressione del sé, e dichiara l’ appartenenza a determinate categorie sociali. Nicole Tran Ba Vang  sposta il suo punto di vista quindi all’interno del mondo della moda dove il  vestito diventa un mezzo attraverso il quale raccontare di sé, che dice chi siamo, come siamo, cosa vogliamo; insomma, diventa espressione dell’essere. Il vestito in queste opere è una seconda pelle che copre senza nascondere il corpo sottostante e rivela un’idea di eterna bellezza. Quindi, a differenza delle altre opere, in queste fotografie il vestito non svela l’imperfezione ma al contrario è lo strumento attraverso il quale raggiungere la bellezza assoluta.  Oramai il corpo non può prescindere dal vestito, l’essere umano si identifica con ciò  indossa. Ed ecco allora che se provassimo a togliere il vestito di dosso ad una persona è come se le togliessimo la pelle, come si vede nelle foto della serie Collection Printemps-Etè 2001, Sans titre 04 oppure Sans titre 07.


serie Collection Printemps-Etè 2001, Sans titre 04, Courtesy Galleria Emmeotto

Come l’abito è espressione del sé anche il corpo, nell’era contemporanea, si veste di segni che durano per sempre, come tatuaggi, piercing, decorazioni varie.  Le fotografie di Nicole Tran Ba Vang  ci mostrano quindi anche dei corpi vestiti di segni, decorazioni, ricami, attraverso i quali l’essere umano tenta di conquistare una bellezza che sia socialmente condivisa e riconosciuta.


Collection Croisière Printemps-Eté 2002, Mauboussin (2002), Courtesy Galleria Emmeotto

In Collection Croisière Printemps-Eté 2002, Mauboussin, un gioiello percorre tutta la schiena nuda di una figura femminile, esaltandone curve e sensualità;  in Collection Automne-Hiver 2003-04, Belinda, l’artista ci mostra una donna nuda mentre cuce sul proprio corpo segni floreali  che richiamano il contesto in cui è collocata (il tappeto e la carta da parati) come se  il suo corpo non fosse altro che un oggetto d’arredo tra tanti. L'immagine del  ricamo in queste opere non è solo un riferimento al tatuaggio come pratica inerente alla moda di decorare il corpo ma anche un ricordo dell’antica arte del cucire, simbolo dell’identità femminile.


serie Collection Automne-Hiver 2003-04,Belinda (2003), Courtesy Galleria Emmeotto

L’artista sembra affermare che se il ricamo era, in passato, un simbolo dell’identità femminile ed una pratica svolta con dedizione e lentezza  per produrre solo pezzi unici, oggi, invece, il tatuaggio e la decorazione del corpo sono espressione dell’identità e un modo per sentirsi parte di una comunità di cui si condividono gli ideali, sia pure effimeri ed omologati. Allora ecco che nelle foto i ricami  sul corpo non sono elementi di una decorazione unica e singolare ma sono parte della decorazione di una intera stanza compresi pareti e pavimenti. L’artista vuole semplicemente rendere palese come il desiderio di somigliare sempre più l’uno con l’altro, in una società omologata,  non fa altro che uccidere le individualità e le diversità.  Ad ogni modo nonostante tali riflessioni le fotografie di Nicole Tran Ba Vang non inquietano lo spettatore ma risultano piacevoli allo sguardo, anche grazie al formato di grandi dimensioni e all’uso di una luce che plasma le forme del corpo rendendole quasi astratte, oggetti di desiderio e di bellezza.

Ida Tricoli


Vintage collection - Nicole Tran Ba Vang

A cura di Valerio Dehò
dal 25 novembre 2010 al 5 febbraio 2011
Galleria Emmeotto, via Margutta 8 - Roma
www.emmeotto.net

 

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