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Invader + Roma = InvadeRoma


AliasROM27
(2010
),
courtesy A.Guerri per Wunderkammern

Pensi a quanto sia difficile, quasi impossibile, organizzare una mostra di Street Art all’interno di uno spazio ‘chiuso’: poi vedi la mostra di Invader allestita alla Wunderkammern e dici che si può fare, eccome se si può. Testimoniare le metodologie specifiche dell’operare in strada e restituire la complessità di una poetica che va al di là del luogo espositivo: questi erano gli obiettivi espositivi da perseguire, tutt’altro che scontati vista la mole di mostre dedicate alla Street Art che si risolvono in una negazione stessa della componente urbana. Nello spazio di Via Serbelloni, zona Tor Pignattara, si è trovato il giusto compromesso: nelle prime stanze è presente una raccolta fotografica che documenta gli interventi di Invader (ospitato dalla Wunderkammern durante l’estate) visibili oramai in molti angoli di Roma, da Porta Portese ai Mercati di Traiano, dalla Casilina a Ponte Milvio. Con i suoi mosaici, infatti, Invader ha posto la propria ‘bandierina’ in diversi punti della capitale, per quella che è da considerare un’appropriazione dello spazio discreta e al tempo stesso capillare: da segnalare, fra le varie location, quella di Largo Preneste, nella quale l’alieno di Invader (ripreso dal videogame Space Invaders, ormai una vera e propria icona) fa capolino in mezzo a decine di targhette ex voto, dando vita a una commistione sincretica. Oltre alla sezione fotografica, fanno bella mostra di sé anche i ferri del mestiere utilizzati dall’artista durante le sue incursioni: siringa per incollare i mosaici al muro, calzature sportive, capi d’abbigliamento decisamente streetwear. La sezione nella quale sono presentati le opere ‘out the street’ dimostra come l’artista non abbia snaturato il proprio modus operandi: alle pareti troviamo infatti i lavori che hanno reso celebre Invader, finalmente apprezzabili a distanza ravvicinata. Si può così cogliere e toccare con mano la conformazione dei mosaici, composti da decine e decine di tasselli industriali sapientemente assemblati.


ALIAS ROM 31
(2010), courtesy A.Guerri per Wunderkammern

Tale texture, un incrocio fra l’antico mosaico e l’odierno pixel, caratterizza anche una serie di opere che riprendono temi e soggetti cari alla storia dell’arte: Invader ha infatti elaborato una tecnica particolare, il RubikCubism (cubi di Rubik appiccicati fra loro), per raffigurare la celebre Medusa di Caravaggio, il S. Giovannino di Leonardo, una donna di Modigliani e pure Bender, il robot del cartone Futurama. Non c’è dubbio che tali soggetti siano, prima d’ogni altra cosa, delle immagini ormai entrate a far parte della cultura di massa e che Invader le abbia utilizzate in chiave pop. Tuttavia, la tipica abitudine di far riferimento all’arte ‘colta’ da parte di molti street artist sembra quasi un modo per elaborare un complesso di inferiorità inconscio rispetto ai ‘colleghi’ storicizzati, in risposta a chi rinfaccia scarsa ‘educazione artistica’ agli artisti di strada. Magari si tratta di un’impressione sbagliata, ma è proprio nel momento in cui intendono dimostrare di ‘saperla lunga’ su chi li ha preceduti che gli street artist rischiano di cadere nel didascalico, forzando il proprio linguaggio. Insomma, meglio Bender del S.Giovannino. Al di là dei soggetti va comunque detto che quella del RubikCubism rappresenta una novità tecnica interessante, capace di restituire un effetto neo-impressionista di grande impatto.


sx: RUBIK BENDER (2010); dx: RUBIK GIOVANNINO (2010); courtesy A. Guerri per Wunderkammern

L’esposizione al piano superiore si conclude con un pezzo decisamente inconsueto, una macchina sparapalline. Le piccole sfere di gomma schizzano a duecento all’ora, e se non fosse per la teca di vetro che le contiene, arriverebbero dritte in faccia a chi vi si trovasse davanti. La macchina, oggetto decontestualizzato rispetto al contesto della galleria, mostra l’approccio ironico di Invader, nonché una certa disinvoltura nell’adottare ogni medium possibile al fine di comunicare, divertire, stupire, aspetto che lo rende un degno interprete della contemporaneità.


SPEED BALL V1.0
(2010), courtesy A. Guerri per Wunderkammern

Scendendo al piano di sotto, si ha accesso a uno dei luoghi più suggestivi e caratterizzati del circuito galleristico romano: l’‘antro’ della Wunderkammern, questa volta, è stato letteralmente trasformato dall’inserimento di luci al neon (raffiguranti l’immancabile alieno) che modificano completamente la percezione sensoriale dell’ambiente, ricreando una situazione underground assolutamente spiazzante. Nello stesso spazio viene proiettata una puntata di Futurama in cui il robot Bender, uno dei protagonisti della serie, si improvvisa artista di strada adottando le stesse metodologie di Invader, per un omaggio senz’altro gradito all’artista (se non altro per la popolarità di cui gode il cartone animato).


CALL HOM
E (2010), courtesy A. Guerri per Wunderkammern

Un artista di strada fra i più noti al mondo portato a Roma per la prima volta, il coinvolgimento di un critico come Achille Bonito Oliva nella stesura del testo critico, la produzione di un catalogo e di una serie di memorabilia (cartine di Roma con gli interventi, edizioni limitate del catalogo...), un’inaugurazione cui hanno preso parte più di 1000 persone: con questa mostra la Wunderkammern ha messo a segno un ‘colpaccio’, indice di una direzione artistica attenta alla qualità della proposta e alle sue ricadute a livello comunicativo.

Saverio Verini


Invader - Rome 2010 and other curiosities
dal 23 ottobre 2010 al 15 gennaio 2011

Wunderkammern, Via Gabrio Serbelloni, 124 - 00176 Roma

www.wunderkammern.net

 

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