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Buildscape di Sabrina Ortolani


TANGENZIALE 22 (2010)

La personale di Sabrina Ortolani curata da Alessia Defilippi presso  il Palladium è il quarto appuntamento della stagione espositiva 2010-2011 Oversize, ideata da Nufactory per dare visibilità a giovani artisti della scena artistica capitolina.
Particolarmente attenti alle ultime tendenze ed evoluzioni dell’arte urbana, street-art in primis (basti pensare al successo di Outodoor, «prima mostra in Italia di street-art su edilizia a scopo abitativo» realizzata nel quartiere romano di Garbatella tra il maggio e giugno scorso), Nufactory ha selezionato questa volta un’artista apparentemente più ‘classica’, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma il cui lavoro si sviluppa essenzialmente attraverso la pittura e l’incisione ma che conserva in pieno l’intento di decostruzione e riappropriazione degli spazi urbani.
In questo caso senza intervenire direttamente nella città, ma ricreando fedelmente frammenti di quella periferia urbana tutt’altro che anonima, scoperta e riscoperta attraverso passeggiate ed incursioni casuali, dal sapore situazionista, fotografata e successivamente riprodotta in studio.
Per questo in mostra si è scelto di alternare ai lavori su tela fotografie ‘di studio’ scattate dalla stessa artista in giro per la città, ed inserire citazioni di diversi autori come il poeta surrealista René Char o un passo del testo Walkscapes di Francesco Careri, co-fondatore del gruppo Stalker, che analizza il camminare come pratica estetica ma soprattutto significante per una ridefinizione degli spazi urbani.


BLACK BUILDING 2 (2010) Installation view della mostra

Discariche, depositi, palazzi popolari, architetture industriali del secondo dopoguerra, scorci di tangenziale vengono raccolti per tipologie in modo apparentemente anonimo, in uno spirito di catalogazione che ha delle assonanze – per diretta ammissione dell’artista – con la fotografia concettuale sulle archeologie industriali dei coniugi Becker, una ‘pietra miliare’ nella storia della fotografia che ha saputo dare alle architetture periferiche e industriali una propria dignità estetica.
Anche le opere di Sabrina Ortolani conservano un chiaro intento di ricerca estetica e di poeticità che eludono un atteggiamento eccessivamente ‘freddo’ e tassonomico: nella sua pittura, realista e densa,  l’insolita vernice usata -  l’antirombo - tradisce legami quasi ‘sentimentali’ con i soggetti rappresentati (veniva usata spesso per le carrozzerie delle auto).
Ne emerge un’atmosfera silenziosa e desolata, ma mai malinconica: «una realtà rigorosamente spogliata di qualunque presenza umana, sebbene tutti i soggetti rappresentati ne siano a traccia e il prodotto», afferma la stessa artista nell’intervista rilasciata ad Alessia Defilippi in occasione della sua personale.

Una mostra da vedere senz’altro, possibilmente dando un’occhiata anche ad un'altra mostra in corso al Brancaleone, inaugurata il 6 gennaio, dove sono esposte altre opere dell’artista nelle quali il contrasto tra tecnica incisoria e moderni paesaggi periferici porta a risultati altrettanto interessanti.

Valentina Fiore


Buildscapes - Sabrina Ortolani
a cura di Alessia Defilippi per NUfactory
dal 10 gennaio al 5 febbraio 2011
Palladium Università Roma Tre - Piazza Bartolomeo Romano, Roma
www.nufactory.it

 

 

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