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ROBERTO ALMAGNO_ Pagine

"Ci sono giorni in cui ogni cosa che vedo mi sembra carica di significati: messaggi che mi sarebbe difficile comunicare ad altri, definire, tradurre in parole... Sono annunci o presagi che riguardano me e il mondo insieme: e di me non gli avvenimenti esteriori dell'esistenza ma ciò che accade dentro, nel fondo; e del mondo non qualche fatto particolare ma il modo d'essere generale di tutto. Comprenderete dunque la mia difficoltà a parlarne, se non per accenni”.   È Italo Calvino che parla della difficoltà di giungere alla conoscenza della realtà e del mondo; le sue parole, tratte dal romanzo “Se una notte di inverno un viaggiatore” (1979), mi sono venute in mente visitando “Pagine”, la mostra di Roberto Almagno, curata da Micol Forti. Il titolo dell’esposizione allude al modo con cui l’artista prova a fornire una sua interpretazione del mondo, ponendo lo spettatore in condizione di “leggere” le sue pagine. Allora si diventa Lettori e Lettrici e si partecipa all’indefinito universo disegnato da Almagno, che non trova mai una definizione assoluta e certa ma che vive nel dubbio e nell’ipotesi. Con le sue opere prova a scomporre la realtà, la indaga, la studia e trova nuove possibilità espressive che fanno del “fare” una forte componente della sua arte. I lavori presentati in mostra si dividono in sculture e disegni.

Le prime mettono in scena un equilibrio assoluto tra pieni e vuoti che Micol Forti ha definito di “qualità monumentale”, sembrano segni tracciati su una superficie che diviene parte costitutiva dell’opera stessa. Le sue sculture creano spazi e stupiscono l’osservatore che rimane incantato dal sapiente uso della materia: il legno è l’elemento fondamentale che trattato cambia superficie e assomiglia ad un metallo. Almagno usa parti di alberi già morte, rami caduti che vengono raccolti e lavorati: sono bagnati, bruciati, levigati, piegati e dipinti di nero.  Queste eleganti sculture sembrano sospese nel tempo e nello spazio ma con i loro titoli (Fibula, Alba, Pneuma, Ancora) svelano quell’aggancio alla realtà e al mondo che sembra essere sempre presente nella ricerca del loro creatore.  Poi ci sono i disegni. Sul supporto cartaceo sono sovrapposti lana d’acciaio, pezzi di carbone, ruggine e cenere. Anche qui, come nelle sculture, c’è la volontà di reimpiegare lo scarto, il frammento e il residuo; c’è il desiderio di far rivivere la materia che è fissata con forza sulla carta. La didascalia di uno dei lavori recita “carbonfossile martellato su carta”, rivelando, ancora una volta, il piacere dell’artista ad interagire con la materia. Questi disegni richiamano alla mente alcuni dei più riusciti esempi della pittura informale dello scorso secolo ma rimangono coerenti alla ricerca artistica di Almagno che coniuga con estrema eleganza la presenza di materiali diversi.   Se oggi, rispetto a un numero sempre più grande di autori, si riscontra una minor qualità nelle svariate ricerche artistiche, spesso superficiali e poco autentiche, allora questa mostra è importante e da non perdere.

Claudia Cavalieri


Pagine - Roberto Almagno

a cura di Micol Forti

dal 24 marzo al 21 maggio 2010

Galleria Edieuropa - Qui Arte Contemporanea, Palazzetto Cenci, piazza Cenci 56 - Roma

 

 

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