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LUANA PERILLI. MANUTENZIONE SENTIMENTALE DELLA MACCHINA CELIBE

MANUTENZIONE SENTIMENTALE DELLA MACCHINA CELIBE è la personale, organizzata presso la The Gallery Apart, della giovane artista romana Luana Perilli (1981). Un titolo abbastanza significativo che subito richiama alla mente il celebre “La sposa denudata dei suoi celibi, anche” (Grande Vetro) di Marcel Duchamp; infatti ad essere resi protagonisti sono degli oggetti privati della loro funzionalità che attivano circuiti alternativi di pensiero. Le opere presentate vanno dall’installazione, al video, ai collages: un mix di media attraverso cui è proposta una riflessione sulla memoria e sul ricordo. Nascono narrazioni, personali e collettive, pubbliche e private. Gli spazi espositivi sono ben organizzati: i collages e le installazioni accolgono il visitatore nella sala principale, mentre il video è collocato nel piano inferiore della galleria.  L’impressione prevalente, una volta aver visto la mostra, mi ha portato a considerare ogni elemento (opera) come parte integrante di un convivio immaginario di oggetti, animati da ricordi, umori e sensazioni. Dunque, se non vi è alcun riferimento diretto alla figura umana, di questa si percepisce il tempo, il trascorrere dell’esistenza. A me pare che la durata sia l’elemento comune a tutti i lavori. In “Un orfano di 11 anni” vi è una temporalità in atto: una scrivania i cui cassetti si aprono e chiudono automaticamente, permettono, a chi vi interagisce, di sbirciarne il contenuto. “Vedova da troppo tempo” è residuo (una testimonianza) di vita: una sedia tagliata a metà sembra significare una durata passata, un tempo che è stato ma non per questo vuole (o deve) essere dimenticato. Un’altra traccia del vissuto si coglie nei collages (da cui l’intera esposizione prende il titolo), qui il lavoro dell’artista e il tempo impiegato nella realizzazione dell’opera diventano palesemente evidenti, si manifestano; una conferma è l’assenza di ogni manipolazione digitale dell’immagine. Nei collages gli oggetti (vecchi mobili di design) sono sovrapposti e tagliati, così la loro forma cambia, assomigliando di più a quella antropomorfa, di cui è negata la presenza.  A tale nucleo tematico risponde direttamente il video (“Sì dolce è il tormento”), infatti si tratta di un documentario sulla “vita segreta e paradossale degli oggetti” (così definito proprio nel comunicato stampa). Dunque si vedono oggetti animati nel proprio senso della parola: cassetti vuoti che strisciano in terra, sedie che ballano insieme, una bottiglia che recita la parte da prima ballerina insieme a dei tovaglioli, ancora, ci sono vestiti e cuscini che si abbracciano … insomma una vera e propria umanizzazione! Ciò che comunque traspare è un particolare senso di malinconia e tristezza per una condizione di fatto irrealizzabile. A questo punto l’aspetto ludico, che accompagna la fruizione di tutte le opere, decade, lasciandoci però un sorriso sulle labbra.

Claudia Cavalieri


MANUTENZIONE SENTIMENTALE DELLA MACCHINA CELIBE

a cura di Ilaria Gianni

dal 14 dicembre 2009 al 13 febbraio 2010

The Gallery Apart, via di Monserrato 40 - Roma

www.thegalleryapart.it

 

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