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Sinergie alla Sinergy

Camminando per San Lorenzo, in una strada che lambisce il quartiere senza esserne il centro e per questo invitando alla scoperta, si può incontrare un piccolo locale come ce ne sono tanti nella zona. Nessun segno di riconoscimento immediato se non delle bacheche esposte esternamente che ne pubblicizzano le attività. Vale comunque la pena dare un’occhiata più interessata. Le piccole dimensioni tradiscono un po’ le aspettative fatte leggendo i programmi ma non devono essere (e in questo caso non lo sono) limitative per grandi progetti e per guardare in prospettiva. In questo senso Sinergy Art Studio fa proprio l’ambizioso! Uno spazio di 50 mq. che mette in campo le più disparate espressioni artistiche; un’idea di laboratorio dove le varie discipline si possono confrontare e contaminarsi. Tra corsi e seminari di teatro possono trovare posto anche serate con proiezioni e mostre …stupido è limitarsi!…ma stiamo attenti però alla deriva! Nell’incognita di vedere dove porterà questa rotta è comunque interessante e di sollievo notare che qualcuno ci prova ancora a dar voce a chi difficilmente riesce a trovare ascolto. In questi giorni, fino a fine mese, si possono visionare i lavori fotografici di Daniele Pinti, classe 1977. Senza particolari accorgimenti di allestimento il senso è lasciato tutto alle immagini esposte. Viene presentata la città di Roma, nei suoi edifici industriali e periferici dove Daniele cerca di scorgerne il contrasto e il particolare, alla ricerca del qualcosa che possa servire a rivalutarne l’identità. Apposta, nonostante i luoghi e i soggetti volutamente “ai margini”, lo sguardo che pone è più simile a quello di un turista che è alla ricerca del senso intimo che possa sostenere il ricordo. Quello che colpisce in Daniele Pinti è la fedeltà che ha verso il mezzo fotografico. Non si vedono immagini costruite artificialmente, ma è dallo scegliere il momento dello scatto che viene l’originalità e la particolarità della scena.  Dal bianco e nero esce comunque un colore caratterizzante che si imprime nella memoria, dai contesti freddi scaturiscono delle immagini calde in un contrasto per niente casuale.    "non l’immagine nel suo complesso ma il segno di un passaggio, il ricordo di una storia: tutto quello che il tempo o un occhio distratto lasciano smarrire  . (D.P.)

Fabrizio Manzari


La sensibile arroganza della vista

a cura di Flavia Montecchi

dal 21 dicembre 2009 al 28 gennaio 2010

Sinergy Aart Studio, via di Porta Labicana, 27

www.sinergyart.it

 

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