Sei qui: Home Magazine ARCHIVIO SC MAGAZINE
  • Increase font size
  • Default font size
  • Decrease font size
Cerca

www.sguardocontemporaneo.it

Musica, fotografo!

La galleria Mu.Ga., in collaborazione con l’Associazione Merzbau Arte e Cultura, espone “Note fotografiche”, gli scatti che tre fotografi romani hanno dedicato ad alcuni musicisti. Lo spazio della Mu.Ga., nel pieno centro di Roma, non è molto ampio ma indubbiamente adatto per quello che ha deciso di presentare: l’ambiente raccolto sottolinea infatti nella sua essenzialità la nutrita serie di fotografie allestite alle pareti. Il denso numero di scatti, a volte isolati sui muri, altre collocati uno accanto all’altro, quasi a sovrapporsi, perderebbe infatti la sua efficacia comunicativa se allestito in spazi più grandi e dispersivi. Sebbene questa ricchezza di opere possa inizialmente quasi disorientare chi entra, armandosi di tempo e calma si è in grado di apprezzare gli scatti ad uno a uno; ogni fotografia necessita infatti di essere guardata con estrema attenzione, perché ricca di elementi intriganti. È infatti nello sguardo lento e paziente che il valore di ogni scatto si evidenzia, rivelando un particolare inedito che prima non era possibile cogliere o un personaggio familiare del mondo della musica, in precedenza non riconosciuto. Perché, come si diceva, i tre fotografi hanno scelto come soggetto del loro lavoro la musica, o meglio, cantanti e musicisti contemporanei. È proprio il tema musicale il trait d’ dei tre fotografi, che, in realtà, sono alquanto differenti l’uno dall’altro nei loro specifici canali espressivi. Il primo artista, Fernando Borrello, predilige ritrarre le grandi star del campo musicale internazionale: Keith Jarret, B.B. King, Miles Davies, Madonna, David Bowie, per dirne alcuni, ma anche Vasco Rossi, Fabrizio de Andrè e Renato Zero. Interessanti sono i diversi anni che Borrello ha passato girando per i palchi di Europa e America, assecondando la sua passione per la musica. Durante i concerti Borrello coglie molto da vicino i cantanti, concentrandosi sulla loro mimica facciale, tesa nello sforzo espressivo, e sui loro corpi, piegati e avvinti agli strumenti. Negli scatti è difatti l’espressività facciale del cantante noto, il suo comunicare con il pubblico tramite il linguaggio della musica e del corpo, a essere messo in risalto e a raccontare l’intensità con cui ogni artista si produce. Colpisce la fronte corrugata e tesa di Keith Jarret mentre suona il pianoforte o la gonna rossa a plissé di Madonna che si alza a formare una girandola, durante una sua performance. Raffinatissima è la foto, che quasi passa inosservata per la dimensione ridotta, di David Gilmour, cantante dei Pink Floyd, colto durante un backstage mentre gira su una vespa, rosa per l’appunto.   Molto diverso è invece il secondo artista in mostra, Paolo Soriani, la cui ricerca si concentra sull’immagine elaborata in studio, piuttosto che su quella immediata e in presa diretta. Questo artista sceglie infatti di lavorare “a freddo” sull’immagine, prediligendo la tematica dello specchio, di volti o corpi riflessi e raddoppiati digitalmente. Questo processo genera immagini ambigue e disorientanti, come quella di Dj Spooky, che campeggia su una parete della galleria. Il volto del cantante hip hop è reso duplicandone una metà, per cui il lato destro e quello sinistro risultano assolutamente identici. Questo processo è in realtà molto velato, per cui non si coglie da subito l’inganno a cui si è sottoposti. A sottolineare questa simmetria Soriani vi disegna sopra una croce greca, inscritta con totale regolarità nel ritratto del rapper. Interessante è anche la fotografia che presenta la cantante H.E.R, in cui Soriani ne restituisce lo sguardo penetrante ed enigmatico, esaltato dalla scelta di una tonalità generale verde ghiaccio. Terzo artista è Alessandro Carpentieri, che intraprende a sua volta una strada ancora diversa, presentando ritratti di musicisti dalle venature più intime e riflessive. I protagonisti dei suoi scatti non sono star note, ma artisti di nicchia del mondo del jazz e della musica sperimentale. Nel suo lavoro il soggetto e l’inquadratura non sono mai scontati; è raro che i musicisti siano al centro della fotografia, in pieno fuoco. I soggetti sono spesso presi di sfuggita, quasi di nascosto. È il dettaglio ad avere la meglio sull’insieme; conta più un elemento che la scena nel suo complesso. Il ritratto di Wolfgang Fuchs, sassofonista e clarinettista tedesco, viene reso ad esempio tramite un’inquadratura dall’alto, che evita di mettere al centro il musicista. È un’immagine meditativa e filtrata, che sottolinea il rapporto intimo e sottile tra l’artista e il suo strumento musicale. L’imboccatura dello strumento è messa a fuoco, mentre il volto e l’altro strumento che il musicista ha in mano sono in secondo piano. Non è il viso del musicista, la sua notorietà, a rappresentare il fulcro dell’immagine, ma lo strumento, la musica, il non manifesto. Allo stesso modo, in un altro ritratto, quello del percussionista Fabrizio Spera, il fotografo propone in primo piano lo strumento musicale, relegando in lontananza, quasi non riconoscibile, il musicista. Il suo volto non viene dunque catturato dall’obiettivo, è distante e fuori fuoco, lasciando invece il primo piano al tamburo, che troneggia al centro, vero protagonista della scena. Tre modi dunque, estremamente originali e interessanti, di cogliere l’universo della musica attraverso gli scatti fotografici. Le immagini di questi tre artisti dialogano così tra loro, suggerendo forse un confronto possibile tra due tipi diversi di arte - in questo caso fotografia e musica - spesso o forse inevitabilmente ritenuti inconciliabili. È proprio andando contro l’idea, alla Greenberg, che il valore di ogni arte risiede nella sua specificità e autoreferenzialità che si apprezzano tentativi del genere; la promozione dell’interdisciplinarietà dei diversi tipi di espressione artistica infatti conferisce loro un valore aggiuntivo. L’uscita dai binari prestabiliti entro cui una forma d’arte si muove non porta dunque, a mio avviso, a uno stravolgimento del loro senso quanto a nuove e in definitiva più stimolanti occasioni espressive.

Francesca Castiglia


Note fotografiche

a cura di Paola Donato e Loris Schermi

dal 10 dicembre 2009 al 10 febbraio 2010

Spazio Mu.Ga. + Merzbau, via Giulia 108 - Roma

www.embrio.net/muga

 

Pubblica questo Articolo

Facebook Twitter Google Bookmarks RSS Feed