Senza titolo (2009-2010), Credits: Massimo Valicchia
Gli ampi spazi della galleria Monitor sono sicuramente l’ideale per la personale di un artista. Due grandi stanzoni di uguali dimensioni, infatti, sono stati modulati per suddividere tematicamente ed esteticamente i lavori di Ian Tweedy.
Per l’artista tedesco si tratta della seconda personale in Italia, e non è poco, considerata la sua giovane età (è nato nel 1982).
Le sue suggestioni nei confronti di alcune tematiche sono rappresentate con uno stile molto personale, intriso di cultura del riciclo, di riutilizzo di materiali poveri. La suddivisione netta tra i due ambienti dell’esposizione è accentuata dal diverso colore dato alle pareti delle due stanze. Nella prima è stato steso una sorta di verde-grigio abbastanza scuro, e si trovano lavori molto diversi tra loro: di alcuni, balza subito all’occhio ill carattere anonimo, in quanto si tratta di pezzi di cartone strappati e colorati solo in parte. Possono sembrare semplici studi sul colore, possono sembrare pezzi di manifesti o di cartoni pubblicitari, a cui è stato solo cambiato il posto. Possono, ma anche no. Sicuramente più originale si dimostra la scelta di altri oggetti, su cui l’artista è intervenuto dipingendo sopra grosse masse di colore ad olio, come delle strane tavolozze. A questi lavori di piccole dimensioni, si contrappongono delle grandi tele, con vaghi riferimenti allo studio dell’artista, alle sue ricerche e alla sua cultura.
Senza titolo (2009-2010), Credits: Massimo Valicchia
La seconda sala risulta, invece, un po’ più tetra. Colorata di un marrone scuro, esprime nelle opere un rimando al passato. Un passato oscuro, drammatico, in cui regna l’assenza di colore; i lavori presentati da Ian Tweedy sono spesso immagini angosciose, reperti di vecchie riviste e tele, che l’artista rielabora accostando, ad esempio, un nudo femminile o un volto innocente ad una cornice fatta di bozzoli di proiettili della grande guerra. La decadenza e la rovina regnano nelle rappresentazioni di questa sala, e anche la tela più grande è appoggiata al muro, come in una soffitta polverosa di un’antica casa.
Ian Tweedy può piacere come no. E’ molto giovane, e questo rappresenta di sicuro un vantaggio, in quanto ha tutto il tempo per maturare ancora artisticamente.
Antonio Pizzolante
Debris - Ian Tweedy
dal 5 febbraio al 26 marzo 2001
Galleria Monitor, via Sforza Cesarini 43a / 44 - Roma
www.monitoronline.org