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Pedro Cano - Pompei. Work in progress


Pompei,
Courtesy Galleria Giulia



Pompei Calco
, Courtesy Galleria Giulia

Il 5 marzo del 1971 nasceva la Galleria Giulia che si collocò nella scena artistica romana sin da subito con personalità e idee chiare, orientando le sue scelte su artisti affermati e opere di qualità, per lo più dallo stile figurativo-espressionista. Oggi, a distanza di 40 anni, in compagnia di tanti ricordi ma con uno sguardo rivolto al futuro, la galleria festeggia il proprio compleanno con un artista che ha seguito e promosso sin dagli esordi e che fa parte della sua storia, Pedro Cano. L’artista spagnolo rende omaggio all’antico e a ciò che di esso rimane attraverso una serie di lavori, olii e acquarelli, che ritraggono luoghi dall’atmosfera rarefatta e malinconica. Si tratta di una anticipazione di un progetto, quello di un ciclo di dipinti dedicati a Pompei, al quale Pedro Cano pensa da molto tempo e che andrà a costituire una serie monumentale per un museo di Napoli. Come in pagine di un diario da sfogliare si materializzano visioni dell’antica città che corrispondono al mondo interiore ed evocano presenze di un tempo lontano in un contesto vuoto e silenzioso. Ciò che è rappresentato «sono fantasmi risvegliati dagli abissi del passato o fatti risalire dalle viscere della storia» che «si dispongono sulla tela in una pluralità di spazi diversi» perché seguono il tempo della memoria, un tempo che, come affermava Roberto Tassi, è frantumato, multiplo, non lineare, ovvero tempo che ritorna, un passato che diventa presente. Pedro Cano lavora con la memoria perciò quanto riscontriamo nelle sue opere appare somigliante al reale ma allo stesso tempo ci sfugge: quello che vediamo sono luoghi in bilico tra passato e presente, tra quello che erano e ciò che sono, tra quello che immaginiamo e quello che realmente vediamo dei resti della città dopo l’eruzione del Vesuvio.


Pompei
, Courtesy Galleria Giulia

Pompei Calco
, Courtesy Galleria Giulia


Nei dipinti a olio su tele di lino la rappresentazione si suddivide in due registri: quello superiore, più grande, mostra i resti dell’antica Pompei con scorci di architetture, paesaggi e rovine; mentre quello inferiore, più stretto e lungo, orizzontale, mostra una figura riversa colta in una gestualità drammatica bloccata nel tempo. Le figure di questi dipinti sono state realizzate da Pedro Cano studiando i calchi di Pompei che testimoniano l'istante della morte degli uomini durante la loro disperata fuga dalla lava. Le figure giacciono sotto il dipinto come all’interno di un sepolcro nella posa in cui la morte li ha colti; mentre le architetture e lo spazio nel dipinto superiore sono definiti attraverso una scansione del colore modulare che nelle sue accensioni, soprattutto rosse, richiama le decorazioni parietali pompeiane.


Pompei, Courtesy Galleria Giulia

L’operazione compiuta dall’artista consiste nel fondere insieme la visione reale dell’antica città, perlomeno ciò che di essa rimane, e quella immaginata e conosciuta attraverso l’arte. Bagliori di luce improvvisa irrompono tra le architetture dipinte, forse a testimonianza di una vita che continua laddove la tragedia si è consumata, mentre ampie zone rimangono nell’ombra. I dipinti sembrano come coperti da una sottile patina di polvere. Sono presenti in mostra anche numerosi acquarelli che ritraggono, separatamente, le architetture e le figure. La tecnica è usata dall’artista con sapienza e padronanza; tanti sono i particolari descritti con minuzia anche se, alla fine, ciò che emerge rispetto ai dipinti ad olio è una maggiore drammaticità, soprattutto nella resa espressionista delle figure: sentimenti come la disperazione, la paura, il terrore, sono rappresentati attraverso una gestualità eloquente e dinamica.


Pompei Calco
, Courtesy Galleria Giulia

Pompei Calco
, Courtesy Galleria Giulia


Mentre la conservazione dei beni artistici nel nostro paese sembra non importare poi molto ai politici, l'arte e il mondo della cultura comprendono e rivendicano ancora il valore della memoria e della storia. È commovente pensare che mentre Pedro Cano da anni lavora per ricostruire la memoria di quei luoghi, i resti archeologici rischiano di crollare dinanzi ai nostri occhi.

Ida Tricoli


Pompei. Work in progress - Pedro Cano
dal 5 marzo al 16 aprile 2011
Galleria Giulia, via della Barchetta 13 - Roma

 

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