The Roots of Knowledge (2011), foto di Achille Filipponi, Courtesy Studio Stefania Miscetti.
Per parlare di Lucio Pozzi non si può non raccontare parte della sua formazione artistica. Nato nel 1935 a Milano è stato uno dei tanti artisti che negli anni Sessanta lasciò l’Italia per trasferirsi a New York, dove iniziò ad avvicinarsi all’Arte Concettuale, punto di partenza per le sue contestazioni all’espressione artistica. Pozzi riflette sui presupposti dell’arte, sull’intenzionalità o casualità della creazione artistica, problematiche affrontate da diversi critici del nostro secolo e a cui la maggior parte di loro non può dare una spiegazione, o per meglio dire, una regola di base che accomuni tutte le forme d’arte.
L’artista porta avanti da sempre una battaglia personale contro ‘etichette’ e coerenze stilistiche nelle forme d’arte sostenendo infatti che «la coerenza di stile e significato non dipendono dalle formule ma tendono a rivelarsi senza calcoli preliminari nella pratica artistica». Tale pensiero si traduce nella sua opera attraverso l’uso di diverse forme espressive, come la fotografia, le installazioni e i video, nonostante sia da sempre molto vicino alla pittura, rimanendo così perfettamente al passo con i tempi e sempre coerente con le proprie idee rivoluzionarie.
Venne infatti definito un sovversivo quando nel 1978, in una rinomata galleria concettuale (la John Weber di New York) Pozzi espose diversi paesaggi ad acquarello e quando nel 1980 espose ottanta dipinti tutti diversi fra loro, creando inevitabilmente un certo disagio ai critici che non seppero come giudicarlo.
Se ti giri vedi l'orizzonte che si addensa (2011), foto di Achille Filipponi, Courtesy Studio Stefania Miscetti.
Oggi, di nuovo, il suo animo ‘silenziosamente’ ardito ed eversivo si fa sentire nella sua personale dal titolo Se ti giri, vedi l’orizzonte che si addensa, inaugurata a Roma allo Studio Stefania Miscetti. Una mostra che espone diverse opere realizzate appositamente per la location e che, ancora oggi, mostrano il lato innovatore di Lucio Pozzi.
All’ingresso vi sono i 40 Pianeti Rossi, piccole tavole in compensato, traforate e dipinte in smalto rosso, posizionate in modo tale da seguire gli stessi fori che presentano le tavole all’interno. Allo stesso modo il valore economico dell’opera, come in un gioco, frutto del vezzo rivoluzionario dell’artista, (ponendosi contro i sistemi ‘classici’ del mercato dell’arte contemporanea) varia a seconda della posizione della tavola, in ordine crescente, di pari passo col percorso espositivo.
Crow Group e New Traces, sono i due gruppi di opere realizzate per lo studio Miscetti. Tre grandi fogli bianchi e neri, i primi, su cui si identificano immagini geometriche e fitomorfe con un accenno di verde. Nel secondo gruppo, due carte in acrilico nero incise rimandano al suo legame con l’arte concettuale degli anni Settanta.
Se ti giri vedi l'orizzonte che si addensa (2011), foto di Achille Filipponi, Courtesy Studio Stefania Miscetti.
A dimostrazione del suo utilizzo di svariate forme espressive, conseguenze del suo operare in modo del tutto spontaneo e ‘sentimentale’, chiude il percorso espositivo un calco realizzato in sabbia, alluminio e ottone, The Roots of Knowledge. Le opere esposte, tutte diverse fra loro per tipologia materica, sono chiari esempi di come Pozzi sia un artista a tutto campo che non si lascia ingabbiare in una sola corrente e forma espressiva. Il suo lavoro è piena espressione del suo ‘sentire’ artistico, libero e lontano da definizioni ben precise.
Lo Studio Miscetti ben ‘incornicia’ il lavoro di Lucio Pozzi, che viene accolto in un ambiente intimo e raccolto, quasi fosse un’abitazione.
Giorgia Salerno
Lucio Pozzi. Se ti giri vedi l'orizzonte che si addensa
dal 24 febbraio al 9 aprile 2011
Studio Stefania Miscetti, Via delle Mantellate 14 – Roma
www.studiostefaniamiscetti.com