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RUBRICA | La coperta di Lino

Avevo una serie di cose da buttar giù da molto tempo riguardo quegli argomenti, ora però la mente mi porta altrove: questo mese è particolarmente ballerino e se anche ho qui pronti un po' di dati per continuare, approfondendo da dove eravamo rimasti, si rifiuta di collaborare in questo senso, e le mie mani scrivono senza sapere bene cosa si troveranno a digitare alla fine della frase. E' in atto una lotta intestina tra varie fazioni, varie tra queste, le più confuse e difficili da comprendere distintamente sono scarsamente interessate all'elaborazione verbale e premono per andare a farmi una bella pennichella al parco, ma oggi non è una gran giornata e nel parlamento del mio cervello una percentuale non indifferente dei consensi, la fa il partito degli studiosi seri e integerrimi, che non si lasciano scappare una frivolezza o una riga poco ponderata neanche in fin di vita. Questo gruppo aveva avuto una posizione di maggioranza in camera e senato all'inizio della tessitura di questa coperta (la mia), ma da qualche tempo lo spettro del punk'abbestismo letterario si aggira nel mio vecchio continente. Daltronde ho iniziato questa esperienza nel desiderio di scrivere semplicemente quello che mi andava di scrivere, di mese in mese. Un mese passa in fretta ma allo stesso tempo, è un'eternità... Quasi sempre mi ritrovo a tirar su queste righe negli ultimi giorni, mi scopro sempre in un ritardo cronico o in anticipo, la sensazione che sia l'ora giusta arriva sempre all'improvviso e sull'ondata di qualcosa di scarsamente gestibile da alcuni punti di vista. Dieci giorni fa mentre come mi capita spesso, a notte fonda, non riuscivo a dormire, mi è saltata in mente una costruzione perfetta per il primo articolo d'approfondimento sul mercato e ho abbozzato, per la prima volta in vita mia, una sorta di schemino... Prima o poi, non credo passerà molto, lo scriverò e sarà un lavoretto di servizio al lettore, con tanti dati, informazioni,riferimenti, ma oggi do un servizio diverso. Oggi il servizio lo rendo prima di tutto a me stesso e così facendo sto quasi a metà lavoro. Il bello di avere carta bianca è che tu decidi in ogni momento cosa fare, cambiando tranquillamente e improvvisamente direzione in ogni momento, ma questa situazione si rivela davvero tutt'altro che facile: se sei molto serio e razionale rischi di seguire per tutto il tempo una strada segnata ( non nel senso che è già stata percorsa esttamente in quel modo, bensì perchè comunque ci si muove in un sistema sul quale si può intervenire criticamente, ma non fuori da un certo tipo di linguaggio) non sfruttando quindi a pieno la possibilità di scorazzare ovunque. Se invece sei troppo sbrigliato è molto facile, specie se si ha una mente fantasiosa, come si suol dire, "partire per la tangente", "farla fuori dal vasetto". Insomma, come diceva la Gialappa's, rischi di fare cose che "non si sa se è un capolavoro o una cacata". La soluzione che io ho deciso di praticare consiste nell'applicare una sana e serena sindrome schizofrenica. Potrebbe non essere una pensata troppo da buttar via: la schizofrenia come pratica della soluzione tra apolineo e dionisiaco. Non dovrei forse tiramela troppo, dato che mia nonna paterna è stata dichiarata schizofrenica più o meno alla mia età, ma magari è un modo per esorcizzare questa possibilità o magari tra non troppo tempo potrò scrivervi approfonditamente dei viaggi psichedelici causati dall'uso frequente del serenase. Peccato che si tratti di barbiturico e non di sostanza psicotropa, quindi più che di viaggiare penso che si tratti si "sfattonare" alla deriva del corpo e della psiche ma... Comunque sarebbe interessante no? Potrei raccontare dei miei compagni di merende e scrivere di come Antonio oggi ha sputato all'infermiera o di Gina, che oggi ci farà assaggiare i suoi nuovi biscotti farciti con i pezzi di vetro. C'ha uno stomaco di ferro, Michele ha tentato il suicidio durante una puntata di Forum! Che momenti divertenti che potrei raccontare, quante emozioni. Credo sia chiaro ormai che da questa rubrica non ci si posa aspettare nulla di preciso, se continuerete a seguirla sarà sempre più simile a una di quelle buste sorpresa che vendevano in edicola quando ero piccolo. Non sapevi mai cosa ci potevi trovare dentro e il bello era proprio quello. Chissà cosa ci troverete voi la prossima volta!? Auguri. Se non mi cacciano.

P.S. : Per farmi perdonare l'anoressia di contenuti prettamente detti, vi invito a guardare il programma televisivo a cui ho lavorato tutto il tempo che non ho lavorato al pezzo di questo mese... E così comunque le sorprese non mancano mai. Buona visione.

Lino Strangis

 

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