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Rä di Martino. La controfigura/The stand-in


Rä di Martino, No More Stars (2011), Courtesy the artist and Monitor

Quando ci si trova davanti ad un progetto coerente e finemente calibrato come quello presentato da Rä di Martino alla galleria Monitor, perfino l'osservatore più sbadato è destinato a rimanere invischiato in quello che Marco Senaldi ha giustamente individuato come 'shock obverso' della visione. Considerando che «il cinema, anche quando fisicamente non è presente, continua ad esserci nei modi e nelle forme dello sguardo» si può individuare come l'effetto straniante dell'ultimo lavoro dell'artista romana sia volto ad una riflessione sull'esistenza incerta, spesso ingannevole, delle immagini filmiche, di chi le fruisce o, come in questo caso, subisce. No more Stars comprende, infatti, una serie di fotografie scattate ad alcune costruzioni architettoniche che emergono aliene tra le dune del deserto tunisino e marocchino. Una catapulta in legno, un arco tibetano, gli insediamenti di Tatooine in Guerre Stellari e un'inverosimile stazione di servizio di hopperiana memoria: quel che rimane di scenografie e set cinematografici abbandonati svela la faccia nascosta di un'invasione estranea ed irreale dell'industria cinematografica che trasforma in controfigura anche il paesaggio naturale locale.

 

Rä di Martino, Installation view, Courtesy the artist and Monitor

 

Le produzioni cinematografiche hanno massicciamente utilizzato i luoghi incontaminati del Marocco, proprio per la loro presunta 'purezza', sovrapponendogli in questo modo una nuova memoria e una nuova forma. La proliferazione asfissiante delle immagini dell'incantevole kasbah di Ait Ben Haddou nell'installazione dal titolo più che emblematico
lawrencedarabialuomochevollefarsiregesudinazarethilgioiellodelniloajamesbondzonapericololultimatentazionedicristo-iltèneldesertokundunilgladiatorealexanderilprincipedipersia, rammenta solo alcuni degli oltre trenta film ospitati in questa località. Dialettizzando sopravvivenza e cancellazione, l'operazione artistica della Di Martino fa quasi pensare che in questa sorta di limbo cinematografico, ogni film sia stato una sorta di installazione reiterata di frammenti di altri film.

 

 


Rä di Martino,
No More Stars(Landscape #4) (2011), Courtesy the artist and Monitor

 

Evoluzione raffinata di questo percorso intrapreso tra l'orizzonte visibile e invisibile del dispositivo cinema,  l'installazione di piccoli paesaggi desertici tracciati con un lieve tratto di grafite e scotch collocati all'interno di vecchi dispositivi utilizzati un tempo per la visione delle diapositive di viaggio. Ciò che qui vi si ritrova di cinematografico, si palesa sotto la particolare ottica di un'immagine del pensiero che non cessa di produrre ed individuare degli effetti cinematografici, più o meno manifesti, più o meno condotti dal pensiero e dal gesto dell'artista. Del resto il suo lavoro, che anche in passato si è servito largamente del linguaggio cinematografico e dei suoi topoi, si apre ad un insieme di interrogativi che minano e relativizzano la nostra stessa idea di cinema, la cui esistenza, in questi ultimi progetti, oltre ciò che l'opera d'arte de-struttura e trasforma dell'immaginario cinematografico, si rende sensibile e significa solo a partire da questo rivolgimento cinematografico del pensiero e della visione.



Nicoletta Guglielmucci


La Controfigura/The Stand-in

dal 2 aprile all'8 maggio 2011

MONITOR, via Sforza Cesarini 43 - Roma

http://www.monitoronline.org/

 

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