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Yayoi Kusama


Reach Up to the Universe, Dotted Pumpkin, 2010. Courtesy Gagosian Gallery

Yayoi Kusama, poliedrica artista giapponese, vi aspetta presso la Gagosian Gallery. Classe 1929, l’artista si è distinta a partire dagli anni Cinquanta per la sua versatilità e la sua capacità di coniugare una fervente immaginazione ad una profonda riflessione concettuale e politica.

L’esposizione, inaugurata lo scorso 25 marzo, fino al 7 maggio ospiterà  alcuni lavori che cercano di dare uno sguardo sulla lunga carriera dell’artista.

All’interno della galleria di Via Crispi infatti, potremo ritrovare opere appartenenti a diverse fasi della vita dell’artista. In uno spazio dal formato singolare e dall’intensa luminosità, singole sculture si contrappongono ad installazioni, mentre autoritratti si alternano a dipinti astratti, .

Entrando nella prima sala, subito dopo le scale, ci imbattiamo in Reach up to the universe, Dottet Pumpkin. Uno specchio a forma di zucca, considerato dall’artista come un alter ego, dove pois e punti colorati sono ripetuti con ossessione. La grande zucca è ricoperta di alluminio ed è completamente forata. All’interno di questi fori appare una superficie rossa tutta laccata. Le parteti dell’ambiente sono dello stesso colore rosso brillante e sono completamente circondate da specchi convessi di varie dimensioni. Lo scopo è quello di far riflettere e dialogare scultura, spazio circostante e visitatore.



Self Portrait, 2010. Courtesy Gagosian Gallery

Proseguendo nello spazio ovale della seconda sala, la più grande della galleria, ci imbattiamo in una commistione di luci e colori, che vengono fuori dalle delle varie opere esposte. Lungo le pareti le monocrome Dots Obsession, raffiguranti forme rotonde di varie dimensioni, si alternano a Self-Portraits, due autoritratti in grandi dimensioni, in cui l’immagine di Kusama viene presentata frontalmente, come un’icona russa.


Passing winter, 2005. Courtesy Gagosian Gallery

Sul lato destro della sala ci imbattiamo in Passing Winter, una scultura cubica in vetro specchiato. L’opera attraverso i suoi fori, rivela complessi giochi ottici allo spettatore.

Sparse lungo tutto il pavimento vi sono centinaia di sfere specchiate, che riflettono l’ambiente circostante. L’installazione in questione si intitola Narcissus Garden. Presentata alla 33° Biennale di Venezia nel 1966, fu la prima opera a dare notorietà all’artista, all'epoca molto giovane, la quale improvvisò l’evento nei giardini del Padiglione Italia. Con in dosso un kimono, Kusama offriva in vendita le sfere alla cifra simbolica di 1200 lire l’una. Questa performance voleva essere un messaggio contro le dinamiche commerciali dell’arte della Biennale.

Francesco Rao


Yayoi Kusama
dal 25 marzo al 7 maggio 2011
Gagosian Gallery, Via Francesco Crispi 16 - Roma
www.gagosian.com

 

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