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American Dream XXI secolo

«Le strade sono lastricate d’oro e si nuota in fiumi di latte».
Il sogno americano comincia da qui e passa per queste visioni che sono niente altro che speranze di nuove vite, di nuove opportunità.
Si comincia una vita daccapo, in un mondo nuovo, dove tutto è da fare e c’è posto per ogni mente e uomo di buona volontà. Il 'sogno americano', dopo oltre un secolo ancora non si è spento, non è svanito, perché, anche se ci siamo accorti che l’oro e il latte in realtà non esistevano, rimane sempre viva in tutti noi la speranza, la voglia di ricominciare e immaginarsi diversi, un riscatto da prendersi nei confronti di chi ci ha obbligati nelle nostre  situazioni. Allora non ci stupisce come il modello d’oltreoceano sia ancora attuale e ripreso a ogni latitudine. Tante piccole americhe che vogliono nascere sui suoli nazionali. La chiamano globalizzazione; è la globalizzazione del sogno, della speranza, della voglia di trasformazione, della voglia di progresso. E’ universale. Uragani e terremoti non bastano a infrangere il sogno, le rovine non bastano a fermare ciò che si muove su terreni non materiali.
E se ciò partiva dall’umana speranza di un mondo migliore presto si è trasformata nell’umano individualismo di un futuro più ricco per se stessi, ma è l’involuzione dell’evoluzione, un meccanismo che si è distorto. Ma è veramente ancora il sogno americano come lo intendevamo? Questa è una delle domande che si sono posti gli artisti in mostra alla galleria Valentina Bonomo di Roma. Nel nuovo millennio ha ancora senso parlare di sogno americano? Dopo tanti anni ci crediamo ancora? E’ ancora la speranza che abbiamo nell’America o è più che altro un sintomo, una voglia generalizzata, un simbolo? Crediamo ancora nei simboli, quindi?

Il progetto American Dream si propone di esplorare la dimensione attuale del fenomeno attraverso l’arte contemporanea.
Artisti diversi e diverse tecniche e linguaggi accomunati da questa universale tendenza al sogno.

Chris Dorland, Farhad Moshiri, Jagannath Panda, Rona Pondick, Jonathan Seliger reinterpretano la visione nel contesto odierno, la calano ai giorni nostri mostrandone quanto sia sostanzialmente superata ma idealmente attuale.


Jonathan Seliger,
Reflection Hi Res,
Coutesy Galleria Valentina Bonomo.

Vecchi simboli americani che ormai non ci dicono più nulla, se non il tempo andato e perduto, sotterrati dalle parole e sole intenzioni  (Reflection Hi Res, Jonathan Seliger). Vecchi slogan di un mondo che si è consumato ( All You can Eat, Farhad Moshiri). Grandi contraddizioni umane finemente visualizzate e animate da un senso di illusione di grande fascino (Dwarfed Pine, Rona Pondick).


Farhad Moshiri, All You Can Eat, Courtesy Galleria Valentina Bonomo.


Rona Pondick, Dwarfed Pine, Courtesy Galleria Valentina Bonomo.

Di quel che era resta poco, ma: «I still have a dream. It is a dream deeply rooted in the American Dream». (Martin Luther King, 28 agosto 1963)

 

Fabrizio Manzari


American Dream
a cura di Margherita Artoni
dal 23 marzo 2011
Galleria Valentina Bonomo, via del Portico d'Ottavia 13 - Roma
www.galleriabonomo.com


 

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