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Il debutto di Violetta Valery


Pensato (2010), courtesy Ingresso Pericoloso

Vorrei cominciare col dire che non penso assolutamente che un'artista ai suoi primi passi non possa esprimere al meglio la sua poetica, anzi, io credo che questa giovane artista romana (classe '82), abbia dato sfogo ad una estrema libertà di espressione. Quando parlo di libertà intendo il mettersi in gioco e mostrare-si, come fa un attore con il suo pubblico. Ma c'è sempre 'la prima' e una 'seconda' e così via...ecco, io vedo la mostra di Violetta Valery come una 'prima' su un palcoscenico, ma anche un dietro le quinte, dove l'attore si prepara per lo spettacolo.


Installation view, courtesy Ingresso Pericoloso

Varcando la porta d'ingresso della 'pericolosa' galleria, mi sono ritrovata di fronte alla 'mente' dell'artista. Il percorso narrativo inizia da qui, in un ambiente offuscato, con un tavolo di vecchia data, una finestra che invita a guardare oltre e una valigia, per partire. I disegni riposti sul tavolo in modo disordinato riconducono a quelli fatti da bambina, ma una linea rossa ricamata segna il legame con il presente.
Visitando il suo sito sono rimasta colpita da questa frase: «ho un cuore e lo porto sempre con me, ma ogni tanto non serve più. Allora lo rimetto nella valigia così non si sciupa e così la volta dopo in cui mi serve lo ritrovo tutto intero».


Installation view, courtesy Ingresso Pericoloso

Diffonde un tenero romanticismo la seconda stanza, dove al centro è collocata un'altalena e sul pavimento si stagliano delle foglie secche. Sulle pareti tutte attorno, il diario fotografico di Violetta si dispiega, lasciando spazio alla parola. Non esiste un ordine cronologico, tutto è lasciato al caso, le fotografie, sviluppate ai sali d'argento, sottolineano un passato confuso, ma carico di significati: abbandono, amore, fanciullezza e libertà sono tutti mescolati insieme.
Dopo aver abbandonato lo spazio dei sentimenti, l'ultima stanza mi porta direttamente nello spazio fisico. Una camera oscura. Qui la presenza fisica è subito evidente.


Autoritratto (2011), courtesy Ingresso Pericoloso

Con visibili manomissioni in fase di stampa, l'artista mostra se stessa, «un tentativo di sezionare e analizzare il proprio aspetto alla ricerca della propria identità». Lo studio sul proprio corpo, evidenzia quella sospensione e quel vuoto che si espande tutto intorno: il riferimento è a Francesca Woodman, i cui scatti sono 'attualizzati' da Violetta Valery. Io sono qua, leggimi, se vuoi.
La libertà a cui accennavo prima lascerà spazio anche alla maturità. Nell'attesa, la mostra di Violetta Valery lascia spazio alla riflessione e all'interpretazione.

Simona Merra


Da piccola facevo disegni colorati - Violetta Valery
dal 19 maggio al 9 luglio 2011
Galleria Ingreso Pericoloso, Via Capo d'Africa, 46 - Roma
www.ingressopericoloso.com

 

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