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Editoriale | Giugno 2011


Alessio Fralleone, Senza Titolo (2010)

Alessio Fralleone (1979) romano, inizia a esporre nel 2002 con una serie di mostre presso locali fra i quali Locanda Atlantide e Circolo degli artisti. Nel 2004 partecipa alla Notte Bianca della Capitale all'interno dell’iniziativa Tramonti. Alterna collettive a personali in centri sociali e culturali (Geroa, Lost ‘n Found, Brancaleone) e in gallerie come Forum Itinerante, Mitreo, RGB Gallery, Whitecubealpigneto, Wunderkammern. Nel 2007 espone all'Auditorium di Roma, nel 2009 vince il Premio nazionale MarteLive nella sezione Pittura. Alcuni lavori sono stati pubblicati nel libro Storia di una Danza edito da GB Editoria, casa editrice con cui collabora in qualità di illustratore (nel 2011 per il libero di poesie Fuoco Nero).


Sembra che in Italia sia (forse) iniziato a cambiare un po' il vento. Ed è un vento di cambiamento che non porta con sé scorie nucleari. E l'acqua resterà acqua, senza essere obbligata a render profitto. Di sicuro l'acqua è quella che inghiotte chi cerca un approdo sulle nostre terre e sempre l'acqua continua ad essere la cornice di Venezia, la città della Biennale.

Un'edizione, questa del 2011, che rimarrà nella storia, perlomeno per quel che riguarda il Padiglione Italia, come una delle più controverse e discusse. Tra artisti che vanno e artisti che si ritirano, tra le lettere di chi spiega perché comunque parteciperà e chi spiega perché ha deciso di non esserci (carteggio, tra l'altro, a suo modo molto interessante che dà vita a una possibile  riflessione sullo stato dell'arte contemporanea e sul mondo che gli gravita attorno).
Sicuramente un'organizzazione del Padiglione che possiamo considerare a tutti gli effetti risalente al ‘vecchio vento’. Un'organizzazione improntata sul vecchio stereotipo dell'italiano che organizza tutto all'ultimo, arraffando un po' qua e un po' là, con criteri di scelta labili e improvvisati.

Comunque, sembra che quelli di Sguardo siano come San Tommaso: se non vedono non credono. Così, alcuni dei nostri, zaino in spalla e biglietto del treno in tasca, si sono mossi alla volta di Venezia, riportando a casa impressioni, commenti e confronti.
Ma non è finita qui: abbiamo anche un contributo speciale di Ida Gerosa, che ci regala un ulteriore punto di vista sulla kermesse lagunare.

A Roma, invece, abbiamo fatto tappa alla Fondazione Cerere, a Ingresso Pericoloso, alla Federica Schiavo Gallery, alla Gagosian, alla Lorcan O' Neill, alla Fondazione Mara Coccia e - last but not least - ci siamo recati alla Nomas Foundation dove questo mese si tenterà di sperimentare «un modello alternativo di trasmissione di conoscenze e di rapporti all’interno dell’istituzione scuola, attraverso il modello laboratoriale».

Si prosegue con la rubrica di Lino Strangis e la rubrica Reflexioni, mentre per l'intervista ci siamo fatti una chiacchierata con Gino Sabatini Odoardi.

Non resta che augurarvi buona lettura.

Valeria De Berardinis

 

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