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Made in Italy


A. Warhol, Vesuvius (1985), courtesy Gagosian Gallery

«L’Italia ha una doppia identità, è passato e presente, è archeologia e creatività contemporanea, coagula simultaneamente il peso della tradizione e le contraddizioni della modernità» - afferma il curatore Mario Codognato, individuando nella continuità storico artistica la peculiarità che ha reso l’Italia un punto di riferimento per artisti visivi di tutto il mondo occidentale, a partire dal Settecento sino ad oggi.
Il percorso espositivo si presenta come una sorta di viaggio in cui lo spettatore riscopre l’unicità del Bel Paese attraverso lo sguardo dello straniero. Tuttavia, se lo sguardo dei grandtourists del Settecento e dell’Ottocento si rifletteva in vedute paesaggistiche o visioni nostalgiche di rovine, ciò che lascia l’artista viaggiatore moderno e contemporaneo è una sorta di pagina di diario, una testimonianza molto personale e talvolta disincantata in cui non sempre è facile leggervi un riferimento all’Italia.


Installation view della mostra; photo:Matteo Piazza, courtesy Gagosian Gallery

Si passa dalle citazioni esplicite dei più grandi capolavori italiani, il Bacchino malato di Caravaggio (Cindy Scherman), la Venere di Canova (Richard Prince), la Mona Lisa (Duchamp e Warhol), il Cavaliere di Carrà (Lichtenstein), a quelle archeologiche del Laocoonte (Roy Lichtenstein), mentre Richard Serra e Mike Kelley omaggiano Calvino e Pasolini.
Le opere dedicate a Venezia, Roma, Napoli, che si concentrano tra la Sala Ovale e l’ultima sala, confermano quanto le mete predilette dei viaggiatori stranieri del passato ispirino ancora oggi gli artisti contemporanei. Nelle opere di Robert Rauschemberg dedicate a Venezia, il riferimento è abbastanza esplicito, piuttosto velato in quelle di Joseph Beuys, quasi incomprensibile per l’occhio distratto del visitatore è invece il legame con Napoli nell’opera di Damien Hirst, il quale espone due vaschette ricolme di pesci sotto formaldeide, acquistati nella città partenopea.


Installation view della mostra; photo:Matteo Piazza, courtesy Gagosian Gallery

Nelle opere in mostra dunque, non c’è solo l’Italia dei monumenti, delle opere d’arte e del clima mite, ma ci sono tante altre specificità del nostro Paese: tutto dipende dagli occhi mutevoli di chi guarda, dalla personale attitudine di ogni artista ad osservare la realtà.
Sebbene il dissidio tra l’Italia ideale e Italia reale non possa essere più stridente di quanto lo sia oggi, l’esposizione dimostra quanto l’Italia continui ad essere una meta privilegiata e − se vogliamo − un mito, nonostante tutto.

Carmela Rinaldi


Made in Italy
a cura di Mario Codognato
dal 27 maggio al 29 luglio 2011
Gagosian Gallery, via Francesco Crispi 16 - Roma
www.gagosian.com

 

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