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RUBRICA | La coperta di Lino

Confessioni di un insonne: tentativi di trasformazione degli stati d'ansia continuativi

Da poco ho compiuto trent'anni e la cosa credo mi stia dando qualche effetto collaterale che vorrei riuscire a trasformare in forza costruttiva, ma per ora si concretizza perlopiù in un'accumulazione di ansie che il mio sistema mente-corpo (da un po’ di tempo inceppato nella ‘modalità Ronin’) ritiene opportuno affrontare notte tempo, quando io (l'io che ora scrive) vorrebbe dormire. Mi pare la chiamino 'ruminazione mentale', solo che la mia non si basa su un qualche trauma passato, bensì sulla condizione del mio presente.

Spesso penso (e credo anche ora che sia vero) che la mia ansia, un po’ come credo sia capitato ad Ascanio Celestini, rispecchi l'ansia di questo Paese o forse quella che dovrebbe avere, magari quella che hanno alcuni (per tutti), in questo Paese oggi, dalla costatazione della situazione socio-politica attuale. In un certo senso però si potrebbe sostenere che tale situazione (specie quella del nostro Paese) altro non sia che una delle peggiori evoluzioni possibili di una situazione originaria, cioè che la vita dell'umanità sia effettivamente caratterizzata storicamente da quegli elementi che causano la mia ansia di oggi. A ben vedere però tutto ciò potrebbe dipendere dalla storia stessa o meglio dal modo in cui è stata scritta, ma ci tornerò presto; comunque io vivo oggi.

Credo che molti, tra quelli che conoscono contemporaneamente a me gli stati psicofisici a cui mi riferisco, siano più o meno miei coetanei e che tra questi ce ne siano vari nella mia situazione...
Mi piace, probabilmente per puro narcisismo, pensare che si tratti delle nostre menti migliori.
Se in mezzo a tutto questo orrore non hai l'ansia non puoi che aver spento il cuore e il cervello! No?! A volte mi chiedo perché ho così tanta voglia di fare le cose che faccio nella vita, che sono la mia vita... Per molti sono una specie di ossimoro vivente tipo 'il disoccupato più impegnato che conosco' o altri ben peggiori che non sto qui a ipotizzare...
Mi rendo conto che chiunque nella mia specifica condizione sentirebbe ansia.   

In questo periodo riaffiorano alla mia mente ricordi, soprattutto ma non solo della mia infanzia: alcuni sbiaditi, altri nitidi, alcuni che ho sempre ricordato e dettagli che credo rimuovessi. Mi rendo conto in questi giorni di quanto sia stato enorme il numero delle mie scelte e quanto queste abbiano cambiato radicalmente le mie possibilità, nonché, in ultima analisi, abbiano definito e costituito l'origine di molti strati del mio essere attuale (quello che posso percepire).

Se risalgo più a monte possibile, cercando di capire o immaginare dove e in cosa abbiano trovato ‘motore’ e ‘benzina’ per costruirsi nel tempo, le strutture intrecciate che riconosco come me stesso, scopro con uno strano tipo di meraviglia, che tutto ciò che sono o (che quantomeno riconosco di essere) altro non è che una serie di risposte nel contesto di un difficile adattamento ai meccanismi della storia in generale ma nel dettaglio ai meccanismi di questa nostra storia. Credo che tutto ciò che faccio e che ho fatto sia l'espressione di una ‘mancata resa’, la quale pratico naturalmente/automaticamente fin dalla nascita, nei confronti di tutto ciò che mi vorrebbe perfettamente incastrato nel meccanismo a cui sento di non appartenere, che sento anzi, di essere chiamato ad essere una delle forze esistenti per proporre funzionamenti ‘alternativi’. Il mio compito è visualizzare alternative di mondo e l'ansia, questa ansia io so e saprò ancora una volta trasformarla in energia, potenza costruttiva...
E' strano se dopo le ultime tornate elettorali comunque mi sento un po’ meglio?
Forse il vento sta cambiando e l'aria potrebbe diventare meno pesante...
Spero che l'ansia avvolga il numero maggiore immaginabile di italiani e spero che questi come me si sforzino di trasformarla!
Auguro a queste sessanta milioni scarsi di persone di perdere il sonno per molte, molte notti e di sentirsi sempre più asfissiati, come me, dai meccanismi in cui sono costretti, che soffrano e cerchino di trovare vie d'uscita da questa sofferenza spendendosi in prima persona per sé stessi e per la società...
Forse quel giorno respireremo tutti un po’ meglio.

Lino Strangis

 

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