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Ahmet Öğüt


River Crossing Puzzle (2010), Courtesy Fondazione Giuliani

Il percorso della mostra Once upon a time a clock-watcher during overtime hours, si snoda tra installazioni, proiezioni video e interventi che Ahmet Öğüt (1981), di origine turca e olandese di adozione, ha ricreato attorno alla collezione della galleria. Un dialogo che genera nuovi significati e mette in risalto le opere di Peter Coffin (1972), Giovanni Anselmo (1934-1988), Joseph kosuth (1945), Mircea Cantor (1977), Carl Andre (1935), Marina Abramovic (1946), Sislej Xhafa (1970) e Cypeien Gaillard (1980).
L'artista mette in gioco l'originalità stessa di queste opere ma allo stesso tempo ne fa risaltare le peculiarità. Öğüt, con molteplici modalità di intervento, lascia la sua impronta, cosicché lo spettatore è chiamato a partecipare e ad attivare nuovi sensi e generare nuove letture critiche. Questa metodologia conferma ancora una volta che l'opera d'arte è sempre in divenire, non chiusa in concetti statici, ma sempre in movimento. Nella mostra di  Ahmet Öğüt tutto sembra possibile, l'artista non dà riferimenti assoluti all'arte, l'orizzonte si amplia e si carica di nuovi spunti.


Giovanni Anselmo, Senza Titolo (1984-1991); Ameth Öğüt, Intervento n.3 Lettera in una bottiglia di vetro

Courtesy Fondazione Giuliani

Con piacevole ironia l'artista pone una bottiglia sotto il blocco di granito di Giovanni Anselmo; per dare maggior rilievo alla bicicletta in fiamme nella video installazione di Sislej Xhafa (Beh-Rang, 2004), brucia le pareti circostanti o ancora rende omaggio a Joseph Kosuth fotografando in scala 1:1 un suo neon (On color #9 Red, 1991).  Öğüt si appropria dello spazio e della collezione ma porta in scena anche quattro sue opere, di cui tre specificamente pensate per la mostra. River Crossing Puzzle (2010) è un'installazione interattiva che si trasforma in un gioco 'ludico' per adulti che devono risolvere un enigma, in My Spy Desk (2011) l'artista ripone su un tavolo i propri oggetti personali con tanto di foto di riconoscimento, 1 of 1000 Ways to Stabilise a Wooby Table, mette alla prova ancora una volta la vista acuta dello spettatore, che deve scoprire cosa si trova sotto le gambe del tavolo.


Joseph Kosuth, On color #9 Red  (1991); Ameth Öğüt, Intervento n. 2 Fotografia, Courtesy Fondazione Giuliani

Infine Wikipolis (2011), un film in 16mm, e delle parole WikiLeaks e Metropolis, celebre film di Frizt Lang del 1927. Öğüt sovrappone le immagini di una nota scena del film con quella di un bunker nucleare di Stoccolma contenente una banca dati di 8000 server, due dei quali appartenenti a Wikileaks.
In definitiva, Ameth Öğüt è un gran 'domatore' di media: le sue scelte sugli artisti della galleria ben mirate e non scontate, per giungere ad un preciso messaggio che stimola lo spettatore nella ricerca dei vari linguaggi.


Simona Merra


Once upon a time a clock-watcher during overtime hours
a cura di Adrienne Drake
dal 30 aprile al 26 luglio 2011
Fondazione Giuliani, via Gustavo Bianchi, 1 - Roma
www.fondazionegiuliani.org

 

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