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BIENNALE | Padiglione Accademie


Elham Asadi, Sliding life (2010) - video still

 

Il Padiglione Accademie alle Tese di San Cristoforo all’Arsenale è stato concepito come una sorta di continuazione o completamento ideale del Padiglione Italia con l’esposizione di 200 giovani artisti, un resoconto sullo ‘stato dell’arte’ degli ultimi 10 anni attraverso le voci più interessanti delle accademie italiane. Dopo la visita al Padiglione Italia le motivazioni e le aspettative sono poche, anzi si ha quasi la tentazione di non completare il giro, ma alla fine, per non lasciare il giudizio in sospeso, si decide di andare, pur pensando che ciò che inizia male non può che finire male. Mentre il Padiglione Italia appare una sorta di magazzino Ikea, in cui lo spettatore si destreggia confuso e frustato tra tanti ‘pezzi’ accatastati senza un filo conduttore, il Padiglione Accademie è proprio un’altra cosa: una piacevole e rilassante passeggiata tra le opere, con un allestimento grazie al quale ogni singolo pezzo è decifrabile come oggetto artistico e il cervello dello spettatore ricomincia a funzionare. Diverse Accademie, tanti artisti, diversi linguaggi, in un percorso espositivo alla fine armonico e ben curato che fa pensare che — quando c’è la volontà di dare spazio e voce alle opere mettendo lo spettatore nelle condizioni di poterle ‘guardare’ alla giusta distanza e quando la scelta delle opere segue una logica ed è di qualità — il risultato è positivo.

Federico Gori, uno dei rappresentati dell’Accademia di Firenze, già nostra segnalazione nell’editoriale di luglio, si conferma un artista pieno di talento che guarda alla natura in modo discreto e delicato (quasi fosse un oggetto sacro), traducendola in immagini poetiche e monumentali. Un soggetto antico ma indagato dall’artista in modo personale attraverso strumenti sempre diversi e ricomposto in una immagine quasi astratta, immersa in un religioso silenzio zen (Eternal Sunshine, 05). Anche nel video Quando la neve cadrà, io non sarò mai stato qui il silenzio e l’atmosfera sospesa emergono nonostante il rumore del vento. Le opere di Gori non urlano ma evocano emozioni e sentimenti da ricercare, o meglio sentire, nel profondo.


Federico Gori, Eternal Sunshine 05 (2010)

L’artista che di più mi ha colpito è stata l’iraniana Elham Asadi, sempre dell’Accademia di Firenze, con il suo video Sliding life. Il video è accompagnato dalla musica di Michele Staino che in modo accattivante si amalgama perfettamente alle immagini che scorrono sullo schermo. «Nascita, vita, morte» è ciò che leggiamo prima che il video abbia inizio. Ad intermittenza un flash di luce illumina i particolari del viso e del corpo di un nascituro che fluttua nel buio del ventre materno. A seguire una pioggia di figure umane stilizzate che cadano sempre più fitte fino a scomparire. A conclusione una figura femminile si muove e si contorce nel buio di uno spazio limitato. Il ciclo della vita evocato, e non narrato, da immagini e musica astratte compone un’opera di alto valore estetico. Asadi, illustratrice per l’infanzia e realizzatrice di diversi cartoni animati e video, è sicuramente un’artista interessante da seguire.

Luana Perilli (Accademia di Roma) è un’altra piacevole presenza di questo padiglione. Il video in mostra è The Man of the season (in loving memory of loving memories) che è stato presentato per la prima volta al MACRO nel 2010 riscuotendo un grande successo. Divertente il video di Laurina Paperina (Accademia di Verona) How to kill the artist e elegante quello di Marco Antonecchia (Accademia di Urbino) Fat boy slim che narra la vita di un ragazzo in un negozio di animali.


Ettore Frani, Prima Radice (2011)

Suggestivo il polittico di Ettore Frani (Accademia di Urbino) Prima Radice. Anche qui la natura è al centro dell’attenzione dell’artista che attraverso diverse stratificazioni di velature ad olio la ricompone sotto gli occhi di due diafane figure testimoni di un’apparizione. Sì, perché l’albero e le figure nascono e si perdono nel fondo bianco in un gioco tra visibile e invisibile, tra bianco e nero, con una luce che si irradia cadendo dall’alto e finendo per depositarsi nell’orizzonte del mare.

Bella l’installazione di Lara Mezzapelle e Giacomo Deriu (Accademia di Bologna), Dirittura d’arrivo, che nonostante la tragicità della situazione rappresentata non assume toni retorici o violenti, è un momento sospeso tra la vita e la morte presentato con delicatezza.


Lara Mezzapelle e Giacomo Deriu, Dirittura d’arrivo (2010)

Poi i ritratti di Carmelo Nicotra (Accademia di Palermo); le illustrazioni dal bel tratto di Gregorio Giannotta (Accademia di Genova); le Meduse di Tommaso Carozzi (Accademia di Verona) che rivelano un artista sicuro nell’unire computer graphic e disegno creando immagini ricche di particolari ma anche visionarie e fantastiche; l’installazione e il video di Claudia Gambadoro (Accademia di Catania) che racconta la presenza dell’uomo nella casa e nella città sotto forma di tracce e impronte e tante altre opere di artisti che mi hanno stupito positivamente ma che sarebbe lungo elencare.


Tommaso Carozzi, Meduse (2010)

Consiglio caldamente a chi non ha avuto ancora la possibilità di farlo di visitare il Padiglione Accademie, soprattutto se si ha voglia di conoscere artisti giovani e di ottimo livello.

Ida Tricoli


54^ Biennale d’Arte di Venezia, Lo stato dell’Arte, Padiglione Accademie
Arsenale, Tese di San Cristoforo - Venezia
a cura di Accademia di Belle Arti di Venezia

dal 4 giugno 2011 al 27 novembre 2011

 

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