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EMILIO VEDOVA 1919 – 2006

“Incidere su inarrestabili moti, sdoppiamenti staccati, emergenti. Ancora e sempre il toccare, il poter voltare pagina”  La GNAM dedica una retrospettiva all'artista italiano Emilio Vedova, a poco più di un anno dalla morte. L'esposizione è un assaggio della sua vasta produzione; tocca i punti salienti della ricerca espressiva inseguita fin da giovane, contraddistinta dalla forza e immediatezza dell'informale più gestuale e materico. Fin dai  primi disegni e dipinti presentati, risalenti agli anni trenta, i luoghi e le persone esplodono nella sua pittura, la sua mano è già padrona del “segno”. Nei bozzetti di chiese barocche, negli studi di maestri lontani, la profondità è accantonata in favore dell'esuberanza e della prossimità dei tratti. Negli anni del dopoguerra le opere acquistano sempre più un carattere intenso, tragico quando rievocano il recente passato. Vedova elabora il linguaggio proprio del periodo più maturo: si compie il passaggio dalle Geometrie, rese con segno grafico netto e in genere in bianco e nero, alla conflittualità lacerante e caotica dei dipinti realizzati dopo il 1950, spesso chiamati Scontro di situazioni. L'artista decide di non restare inerte; clamorosamente entra nel quadro per trascinarvi fuori la pittura, a diretto contatto con lo spettatore. Ne esce sporco, ma vincitore. I Plurimi degli anni '60 sono figli di questo sconfinamento tenacemente ricercato, testimonianze della sua poetica per nulla astratta. Ormai non è più solo colore, solo quadro; le opere diventano un assemblage disparato ma significante di materiali, la distinzione fra supporto e creazione è persa. L'unico, pregevole, filmato della mostra è incentrato su Spazio\Plurimo\Luce, realizzato per il padiglione italiano all'Expo di Montreal del 1967. Il complesso lavoro sviluppa uno spazio dinamico penetrato dalle immagini provenienti da lastre di vetro proiettate nell'ambiente, in un continuo alternarsi di incontro e scontro di luce in cui lo spettatore è immerso. Ad aumentare la commistione fra spazio-pubblico-opera intervengono le musiche scritte appositamente da Marino Zuccheri, stabilendo così un legame diretto fra questa esperienza e la precedente collaborazione svolta con il compositore Luigi Nono per Intolleranza 60. L'ultima sala, che raccoglie i Dischi, ha un forte impatto visivo sul visitatore. Con la loro grandezza, nella disposizione quasi labirintica con cui sono esposti, queste opere esprimono appieno la potenza di una ricerca inesausta, ma sempre coerente.  Nel complesso la mostra vuole ripercorrere le tappe con cui Vedova ha segnato il '900, ma lo fa senza evidenziare le svolte fondamentali, appiattendo un percorso frastagliato. E soprattutto dando poco spazio alla voce dell'artista.

Roberto Teotti

 


 

Emilio Vedova 1919-2006

a cura di Alessandra Barbuto e Angelandreina Rorro

dal 6 ottobre al 6 gennaio 2008

GNAM - Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Viale delle Belle Arti 131 - Roma

www.gnam.arti.beniculturali.it

 

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