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I classici del contemporaneo


Mimmo Paladino

"Un classico raggiunge l’elaborato di una forma capace di provenire dal presente e progettare il passato: questo è il grande e felice ossimoro dell’arte contemporanea che, per nostalgia di classicità, ha depositato alcune opere nei recinti incantati e aulici di Villa Pisani": così scrive Achille Bonito Oliva nel catalogo della mostra che la villa settecentesca, la cosiddetta 'Regina' del Brenta, ospita fino al 1 novembre.  L’esposizione curata da Costantino D’Orazio si fonda sul dialogo tra 'classico' e 'contemporaneo', al fine di liberare entrambi i termini dagli schemi tradizionali. Gli spazi incantevoli della Villa e del Parco ospitano le opere di dieci grandi artisti contemporanei (Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Giuseppe Penone, Anselm Kiefer, Anish Kapoor, Jannis Kounellis, Marisa Merz, Mario Merz, Luigi Ontani, Richard Long), ognuno dei quali interpreta lo spazio secondo il proprio punto di vista e secondo il proprio rapporto con il passato, offrendo allo spettatore diverse chiavi di lettura e conducendo il suo sguardo ad ammirare l’opera classica sotto una nuova luce. Così l’opera di Michelangelo Pistoletto è ospitata all’interno della sala con l’affresco di Tiepolo dedicato alla Gloria dei Pisani, affresco che, a sua volta, è contenuto nell’opera di Pistoletto, in quanto riflesso in un tavolo a specchio, i cui bordi assumono la conformazione geografica delle sponde dei vari paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Mimmo Paladino mette in dialogo un progetto di Paolo Uccello con lo spazio della Villa attraverso una scultura che concentra lo sguardo sulla grande vasca antistante le Scuderie, e sui Dormienti , sculture in vetroresina di figure umane sdraiate in posizione fetale, poggiate direttamente sull’acqua e in essa perfettamente integrate.


Giuseppe Penone

All’interno del roseto si coglie la bellezza dell’opera di Giuseppe Penone Biforcazione, presenza quasi impercettibile del calco bronzeo di un ramo di un albero caduto a terra e perfettamente mimetizzato nella natura. Tuttavia, ad uno sguardo più ravvicinato, ci accorgiamo che l’artista ha inserito sulla superficie del ramo il calco della sua mano, dal quale stillano cinque rivoli d’acqua, elemento comune all’albero e al corpo umano: "La distinzione tra l’uomo e le altre cose non esiste".
Jannis Kounellis lavora sulle suggestioni suscitategli dal ricordo dei giochi amorosi che si svolgevano all’interno del labirinto, progettato nel 1720 da Girolamo Frimigelica. L’artista, collocando lungo il percorso centinaia di palle da biliardo che guidano, attraverso nove cerchi concentrici di siepi di bosso, fino alla torretta centrale, evoca il racconto mitologico del filo che Arianna stese per salvare Teseo dal Minotauro.


Anselm Kiefer

Paete, non dolet è il titolo dell’opera di Kiefer collocata sotto la splendida esedra del parco. Il titolo si riferisce al suicidio di Arria, raccontato da Plinio il Giovane, e in particolare alla frase pronunciata dalla nobildonna romana in punto di morte al marito Peto, un invito a mettere fine alla sofferenza procurata loro dalla morte del figlio. Nell’opera di Kiefer, i libri di piombo sui quali è sospesa una figura geometrica simile al poliedro della Melancholia di Dürer, contenuti all’interno di una gabbia, diventano metafora della soppressione di una memoria, di un passato che genera sofferenza, di una cultura, rappresentata dal libro, resa inaccessibile dalla storia. La scelta del piombo è dovuta al valore che il metallo riveste nel processo alchemico, metallo che cela ma allo stesso tempo contiene dentro di sé lo spirito, la parola, segno tangibile della memoria. L’artista sottolinea la necessità di affrontare con coraggio il passato, di vivere la memoria piuttosto che occultarla in quanto è su di essa che si fonda la nostra stessa identità. Questa esigenza deriva da una concezione del passato come qualcosa non da cancellare, ma come una stratificazione di memorie che devono essere riviste e rivalutate continuamente. Nel caso di Villa Pisani, l’inserimento di opere contemporanee in un contesto architettonico e paesaggistico ereditato dal passato genera un reciproco arricchimento e conduce alla riflessione sulla capacità che l’espressione artistica ha di creare una continuità tra passato e presente, una costante che è alla base delle scelte del curatore.

Carmela Rinaldi


I classici del contemporaneo
a cura di Costantino D'Orazio
dal 24 maggio al 1 novembre 2009
Museo Nazionale di Villa Pisani, via Doge Pisani 7 - Stra (Venezia)
www.villapisani.beniculturali.it

 

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