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Luci nella sera

Il 2 aprile è stata inaugurata la seconda installazione  site-specific   al MAXXI, appartenente al ciclo “Dialoghi con la città”, iniziato lo scorso anno con “25 aprile 1936”, di Massimo Bartolini. Anche in quell’occasione, durante la serata d’inaugurazione, la folla si era radunata in attesa dell’inizio dell’evento. Trattandosi di un’impalcatura di luci, che ricopriva un’intera parete esterna della parte vecchia del museo, l’impatto visivo era assicurato. Quest’anno, il “dialogo” con i cittadini viene riproposto, ma per la prima volta riguarda la nuova grande costruzione progettata dall’architetto Zaha Hadid, più precisamente la prima sala agibile del museo. Non è solo un dialogo con Roma, ma si tratta di una simbolica comunicazione con l’Italia intera. Le luci alogene dell’artista lombardo Alberto Garutti si illuminano, infatti, nel momento in cui nel territorio nazionale cade un fulmine:  “In una sala del nuovo museo Maxxi le luci vibreranno quando in Italia un fulmine cadrà durante i temporali. Quest’opera è dedicata a tutti coloro che passando di ĺ penseranno al cielo”  . Accade coś, che, passando da quella strada, magari per caso, la gente veda all’improvviso le grandi finestre illuminarsi e mandare un segnale vigoroso del nascente museo, nel quale presto tutti potremmo accedere. Ad uno spettatore recatosi ĺ per vedere l’opera, invece, essa comunicherà, in modo simpatico e un po’ provocatorio, che il MAXXI vuole entrare prepotentemente a far parte della cerchia dei grandi musei italiani. Infatti, le sensazioni, alla vista dell’installazione, sono un po’ contrastanti: meraviglia, ma dà anche la sensazione di essere presi in giro, perché la domanda più ovvia è: “tutto qua?” Dopo aver mandato giù il fatto di non poter vedere l’opera – è realizzata all’interno ma si guarda dall’esterno – si coglie il suo lato poetico e ci si ferma a riflettere: al prossimo bagliore, Garutti ci avrà simbolicamente fatto pensare che, da qualche parte, nella nostra bella Italia, qualcuno starà mettendosi al riparo dal temporale.   “Il lavoro pensato per il Maxxi - ha dichiarato l'artista - cerca significati e riferimenti al tema del museo: l'opera mette in relazione la prima sala agibile dell'edificio con i cieli di tutta l'Italia, tessendo una fitta trama di corrispondenze tra lo spazio interno dell'architettura ancora in costruzione e l'ambiente che la accoglierà”  .  Il prossimo lavoro del ciclo sarà un’installazione di Tobias Rehberger.

Antonio Pizzolante

 


 

Dialoghi con la città – Alberto Garutti

a cura di Laura Cherubini

dal 2 aprile al 17 maggio 2009

MAXXI, Museo delle arti del XXI secolo, Via Guido Reni 2 - Roma

www.maxxi.parc.beniculturali.it

 

 

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