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Costruzioni dell'immaginazione

La Fondazione Volume ospita Towers di Valery Koshlyakov, artista russo tra i più rappresentativi dell’arte contemporanea. Koshlyakov si muove attorno alle possibilità dell’arte contro la paralisi estetica del mondo moderno. Le torri sono architetture che si sviluppano nello spazio, e qui non solo verticalmente, ma in tutte le direzioni secondo l’infinito gioco dell’immaginazione, all’interno di un percorso tra architettura, scultura e installazione. Rinunciando ad essere ‘modellini’ architettonici, sono archetipi formali, possibilità della realtà generate dall’immaginazione. Lo sguardo dell’artista si volge verso le avanguardie, in particolare verso il costruttivismo russo, tanto che alcune opere fanno pensare alle torsioni della torre spiraliforme di Tatlin. Le avanguardie rappresentano il guardare oltre il tempo presente, verso un futuro che non sia tempo fantastico ma cambiamento del contemporaneo, contro la sedimentazione statica delle idee. Ma per Koshlyakov lo sguardo non pụ non rivolgersi anche al passato, sulle cui possibilità mancate bisogna riflettere: cị che non è stato nel passato potrebbe essere nel futuro. L’artista recupera il senso dello spazio architettonico nella sua sacralità, luogo della costruzione dell’arte e non del mercato capitalistico. La volontà è quella di risvegliare la necessità di riflettere su questa condizione dell’età contemporanea, in cui anche l’arte è assoggettata alle leggi del mercato. Riflettere sulla possibilità di una realtà diversa. Le architetture sono spazi di tale possibilità, espressa nell’incompletezza dell’opera, sono “progetti irrealizzati” secondo la definizione dell’artista (all’interno del catalogo). L’uso di materiali poveri (mattoni, legno compensato, gesso, fil di ferro), spesso sovrapposti, non è riconducibile solo alla caducità della vita presente, ma rimanda alla necessità di riflettere sulla storia. La storia è stratificata, è memoria, è errore, è possibilità mancata. E coś si stratifica il senso nelle forme: agglomerati di materiali contemporanei e richiami all’arte classica. Stare nel presente e contemporaneamente guardare oltre, questo è il compito dell’uomo e dell’arte per superare l’alienazione del mondo contemporaneo. Riflettere su di esso, immaginando una realtà altra da esso. Le opere di Koshlyakov sono oggetti carichi di memoria, frammentaria pur nella sua unità, come l’arte. I frammenti sono di per sé parti e non il tutto, eppure solo attraverso essi è possibile il racconto nel tempo della memoria.  Le torri, pensate per spazi aperti e dilatati, sono costrette in un ambiente espositivo fatto di luoghi ristretti, coś da rendere la loro inconsistenza e assurdità, come contenuti che eccedono la forma: paradosso estetico dell’arte. Lo sguardo dello spettatore si dilata, si perde in una forma non conclusa, segue la costruzione dell’’architettura’ frammentata. Forme utopiche di una realtà altra, raccontate in uno spazio che diventa narrazione nel tempo e nella memoria.  “L’arte moderna non pụ dire cị che non c’è ancora stato e tuttavia, contro l’onta del sempre uguale, deve volerlo” (Theodor W. Adorno).

Rosalba Cilione


Towers - Valery Koshlyakov

a cura di Claudia Gioia

dal 3 aprile al 15 maggio 2009

Fondazione Volume ,via di San Francesco di Sales 86 - Roma

www.fondazionevolume.com

 

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