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Bharat Sikka :“ Indian Men”

La mostra di Bharat Sikka alla Z2O-galleria Sara Zanin inaugura un progetto, destinato a continuare in questo spazio espositivo, dedicato alla fotografia indiana e all’India (progetto ammirevole, perché è indubbiamente da segnalare una mancanza sia espositiva che conoscitiva della situazione fotografica contemporanea indiana nel circuito italiano).  La proposta di Sikka verte al superamento dei clichè e delle immagini stereotipate che il mondo occidentale ha tutt’oggi dell’India, rendendoci testimoni dell’esistenza di una “middle-class (appunto questi  Indian Men  ) che si affaccia sullo scenario del continente indiano contemporaneo. C’è da domandarsi, allora, in primo luogo, chi siano i cosiddetti protagonisti del cambiamento epocale che investe l’India nel più ampio quadro di un mondo globalizzato che, forse purtroppo e troppo spesso, uniforma ogni particolarismo e declinazione in un universo compatto. “Io sono quello che possiedo”, sembrano dirci questi uomini ritratti in un “eccesso di posa” in una pienezza pacata, nel compiaciuto orgoglio all’interno delle nuove regge, fermi in un celebrativo isolamento chiuso a ogni possibile dialogo. Il rapporto figura-sfondo sembra implementarsi del proprio respiro, teso all’accaparramento di beni e merci, in un accozzaglia indistinta e pacchiana di stili e di rimandi. E i rimandi sono, se si esclude un tromphe loeil s’una parete e qualche particolare, interamente tesi alla scimmiottatura del mondo occidentale, evidente negli abiti, nei luoghi, negli oggetti (fermi, tra l’altro, ad un gusto estetico molto anni ’80!). Sorprendenti, allora, le parole del comunicato stampa:  “Attraverso le sue inquadrature ampie e dettagliate, il fotografo racconta la costante attenzione alla tradizione che si confronta quotidianamente con l’attrazione per la modernità, nel tentativo, assolutamente congeniale alla cultura indiana, di integrare l’una con l’altra.  ” Mi domando dove sia la volontà di integrazione: dov’è l’India millenaria? dove la sua storia? dov’è l’integrazione? e con quali modelli? E non parlo di marajà e incantatori di serpenti, appartenenti ad un clichè che si pụ voler giustamente superare, ma di quegli elementi che costituiscono il cuore del dna di un popolo. Nei ritratti, le esili sopravvivenze dell’Oriente sono assorbite in un in un impianto estetico e valoriale volto interamente ad Occidente, fautore, semmai, di nuove (quanto vecchie) stereotipie. Non si tratta, naturalmente, di un giudizio estetico sulle fotografie di Sikka, che sono indubbiamente di alto valore ed esprimono altrettanto sicuramente un’organizzazione dettagliata della “scena”, ma mi chiedo quanto Sikka sia riuscito nel suo intento comunicativo (se questo era il suo intento). Soffermandomi poi sugli abiti di questi  nuovi indiani  , mi è tornato alla mente il saggio di John Berger  L’abito e il fotografo  .  Esaminando alcune fotografie di Sander che ritraggono i contadini e i suonatori di una banda con indosso abiti sartoriali adeguati ad un'altra classe sociale, Berger rileva come le classi lavoratrici tentino di adottare come propri i criteri della classe dirigente, accettando standard e norme che non hanno nulla a che fare con la loro tradizione. E tutto cị non porta altro che a farli apparire quasi deformi e a mettere ancora più in rilievo la loro lontananza dal modello a cui si ispirano. Tuttavia sono orgogliosi di indossarli e li portano con una certa ostentazione.  Dice Berger : “ I contadini furono persuasi a scegliere questo nuovo tipo di abito. Dalla pubblicità. Dalle fotografie. Dai nuovi mezzi di comunicazione di massa. Dai commessi viaggiatori. Dall’esempio. Dalla vista di nuovi tipi di viaggiatori. E anche dagli sviluppi politici e dal nuovo centralismo statale…  ”.  Ora mi si permetta, per un attimo, di ritornare nel clichè e di citare un aforisma a buon mercato: “ Sii il cambiamento che tu vuoi vedere avvenire nel mondo  ” ( Mahatma Gandhi).

Valeria De Berardinis


Indian Men - Bharat Sikka

a cura di Maria Teresa Capacchione

dal 12 febbbraio al 31 marzo 2009

Galleria Z2O Sara Zanin, via dei Querceti 6 - Roma

www.Z2Ogalleria.it

 

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