Sei qui: Home Magazine ARCHIVIO SC MAGAZINE
  • Increase font size
  • Default font size
  • Decrease font size
Cerca

www.sguardocontemporaneo.it

Futurismo

 

Il 20 febbraio 1909 sul quotidiano francese Le Figaro apparve il Manifesto del Futurismo, redatto dal poeta e scrittore Filippo Tommaso Marinetti. Esso consisteva in una critica radicale del modo di vivere e di fare arte, un rifiuto del passato e della tradizione e nello stesso tempo un’accettazione entusiastica del nuovo mondo industriale che in Italia prendeva avvio: "…dall’Italia che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il Futurismo, perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e di antiquari".
Quando il manifesto fu pubblicato non esistevano opere propriamente futuriste  e fu grazie allo spirito di Marinetti, alla sua grande capacità di coinvolgere i media, che il futurismo fu lanciato e si diffuse rapidamente, distinguendosi per una visione estetica che abbracciava non solo i vari campi dell’arte e della letteratura ma l’intero modo di concepire la vita. A cento anni esatti dalla pubblicazione del suddetto manifesto, la grande avanguardia italiana è celebrata alle Scuderie del Quirinale attraverso una mostra realizzata in collaborazione con il Centre Georges Pompidou e la Tate, allestita già a Parigi e diretta, dopo Roma, a Londra.
Curatore generale della mostra è Didier Ottinger e commissaria per la tappa romana, Ester Coen. Il grande pregio dell’esposizione è quello di accogliere capolavori conservati nei più importanti musei e collezioni internazionali, opere come I funerali dell’anarchico Galli di Carrà o La Risata di Boccioni dal Museum of Modern Art di New York , la Tour Eiffel di Delaunay dal Solomon R. Guggenheim Museum, il Nudo che scende le scale n° 2 di Duchamp dal Philadelphia Museum of Art, il Grande Nudo di George Braque dal Centre Georges Pompidou.


Umberto Boccioni, La risata (1911) - Carlo Carrà, I funerali dell'anarchico Galli (1911)

La mostra si articola in dieci sale che si potrebbero definire anche sezioni tematiche, disposte su due piani, di cui il primo comprende le opere dei firmatari del Manifesto dei pittori futuristi, ovvero Boccioni, Carrà, Balla, Russolo e Severini, mentre nel secondo possiamo osservare le opere che negli stessi anni e in seguito alla mostra futurista del 1912 alla galleria Bernheim-Jeune di Parigi, furono realizzate in Francia, Inghilterra, Russia e America. In particolare l’esposizione intende sottolineare le corrispondenze e le opposizioni, a livello stilistico e filosofico, tra il futurismo, i 'cubismi', il cubo-futurismo russo di Malevic, Goncharova, Larionov, il vorticismo di Wyndham Lewis e il sincromismo di Mac Donald Wright e Morgan Russel.


George Braque, Grande nudo (1908)

Le opere esposte sono alla base di qualsiasi manuale di storia dell’arte e del resto 'manualistico' si potrebbe definire il percorso della mostra, ma non nell’accezione negativa dell’aggettivo, piuttosto in termini di chiarezza espositiva, dovuta anche ad un allestimento essenziale, destinato ad un pubblico eterogeneo, non di soli specialisti (in quel caso, probabilmente, si sarebbe osato di più a livello di confronti trasversali e accostamenti, intesi in senso propriamente fisico, tra le varie opere!). Ne risulta dunque, un quadro complessivo della produzione artistica europea e non, tra il 1909 e il 1915, in cui il futurismo ebbe un ruolo centrale nello stabilire un nuovo inizio dell’arte, un’arte capace di dar voce all’ignoto: "Diamoci in pasto all’ignoto, non già per disperazione, ma soltanto per colmare i profondi pozzi dell’assurdo".

Carmela Rinaldi

 


Futurismo. Avanguardiavanguardie
a cura di Didier Ottinger ed Ester Coen
dal 20 febbraio al 24 maggio 2009
Scuderie del Quirinale, Via XXIV maggio, 16 - Roma
www.scuderiequirinale.it

 

 

Pubblica questo Articolo

Facebook Twitter Google Bookmarks RSS Feed