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Transport. Fotografie di Alessandro Marchese

Non ero mai stata alla Galleria Dozoo, appena entrata mi sono sentita a casa. Sarà che mi piace il Giappone, sarà che si respira l’atmosfera nipponica, nell’arredamento fine ed essenziale, nel senso di discrezione e di ospitalità dell’ambiente, nei libri, e poi il cibo e i tè, ma tutto mi è sembrato coś piacevole e accogliente tanto da farmi dimenticare per un attimo che mi trovassi all’inaugurazione di una mostra. Su questo tipo di ambiente informale e sensibilmente legato alla cultura orientale cade la scelta di un allestimento fotografico sul tema del viaggio in Giappone, che si armonizza senza prevaricazioni in un contesto polifunzionale.   La società giapponese è raccontata da Alessandro Marchese, giovane fotografo romano di appena 25 anni ma dotato già di una spiccata personalità artistica, alla Galleria Dozoo, in collaborazione con la Fondazione Italia Giappone e Martelive. Il reportage fotografico di Marchese è stato realizzato in occasione di un lungo viaggio itinerante nelle più importanti città; in esso si scorge una matura e elegante riflessione sulla società giapponese in degli scatti veloci: è attraverso l’uomo e i suoi spostamenti che scopriamo luoghi e modi di vivere; le persone, con le loro espressioni e abitudini, abitanti di luoghi moderni e trafficati, sono protagoniste.  Dagli anelli di sostegno del trenino del  metṛ di Tokyo   si scrutano le persone e le cose, l’inquadratura è audace e l’immagine è limpida, lievemente distaccata e straniante.  In un’altra opera, a prima vista una di quelle foto che i turisti si fanno scattare in un luogo mai visto prima o noto, vediamo, alle spalle di un uomo, la  moderna stazione di Kyoto  , di quella antica capitale imperiale del Giappone dove oramai il progresso ha preso piede e si è mescolato con le tracce monumentali del passato. In quest’ultima fotografia l’effetto straniante è dato dall’assenza della folla in una stazione moderna dalle strutture riflettenti.  Il gioco del riflesso lo si ritrova anche in  Acquario del Sony Building  di Tokyo, un’immagine elegiaca in cui perdersi. I piani si compenetrano e rinunciano ad una netta distinzione: è un osservare attraverso il vetro e l’acqua che rende tutto inafferrabile e poetico. È gioco di riflessi anche in  Una donna dietro il vetro di un autobus   a Kyoto e in  Ultimo piano dello Sky Building   a Yokohama, immagine quasi surreale. I salary men, in  Uomini d’affari durante la pausa pranzo   ad Osaka, oppure gente comune in  Marciapiede giapponese   sono protagonisti delle tipiche fotografie  on the road  . Marchese è attento  al movimento del soggetto e lo sottolinea maggiormente con una ripresa sempre dinamica. Per l’artista il movimento è inteso sia in senso letterale, come spostamento nei luoghi, sia in senso figurato, come attitudine, moto vivo dell’animo. In altri scatti lo sguardo dell’artista romano si posa o meglio si ferma suoi luoghi di attesa, di pausa, come le hall degli hotel, le fermate delle stazioni con le file ordinate di persone che attendono il passaggio del treno, oppure i caffè, come nella splendida e cinematografica fotografia di  Starbucks   di Yokohama.  Un Giappone moderno quello fotografato da Alessandro Marchese ma che al contempo racchiude nel flusso dinamico dello scorrere del tempo antiche espressioni e tradizioni mai dimenticate.

Ida Tricoli


Transport - Alessandro Marchese

a cura della Galleria Doozo in collaborazione con la Fondazione Italia Giappone e Martelive

dal 10 febbraio al 10 marzo 2009

Doozo, via Palermo 51-53 - Roma

www.doozo.it

 

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