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Focus

Le stanze del Museo Laboratorio della Sapienza ospitano per tutto il mese di febbraio la mostra  Focus  . Come spesso accade nella “zona franca” dell'arte contemporanea nella città universitaria, l'attenzione è posta in maniera privilegiata verso le nuove generazioni di artisti e le tecniche da loro adoperate.  Nel trattare il tema, assai vago, di come possa essere percepita l'immagine nella contemporaneità, i due giovani curatori Stefano Elena e Chiara Marzi hanno scelto di allestire una collettiva senza un cardine tematico, presentando  al contrario artisti differenti sia nei contenuti che nei mezzi, di fatto muovendosi lungo una indefinita linea di superficie. Le opere percị valgono nella loro singolarità, senza riuscire a dialogare. Inoltre la timida organizzazione spaziale dei lavori, disposti lungo le pareti, poco si adatta allo spazio del MLAC. Per chi non lo conoscesse, il freddo e spoglio corridoio, segnato da pochi pilastri centrali, con luci al neon su tutta la lunghezza, nel caso di opere multimediali poco si presta ad allestimenti “tradizionali”, rendendo in modo assai più significativo attraverso una esposizione inglobante e coinvolgente, come ha dimostrato la precedente mostra di Cesar Meneghetti.  Le note maggiormente positive di  Focus   sono rappresentate da Yosuke Taki con il video  Dreams of dead insect   del 2006 e da Jan Bauer. L'artista giapponese, cogliendo suggestioni di recenti prodotti cinematografici, ma rimanendo appieno nell'ambito della sua cultura orientale, si sofferma a registrare in modo non documentario diverse forme vegetali, fiori in particolare. Il “viraggio” delle immagini, tutte poste su tonalità viola-blu, le rende irreali, al tempo stesso accentuando la dimensione formale. La musica che accompagna il video risulta un perfetto compendio di una tragica atmosfera.  Bauer presenta invece alcuni quadri della serie  Bilder mit Kreisen  , tutti regolati dallo stesso principio, diretti discendenti della pittura tedesca degli ultimi decenni. Trasportando sulla tela porzioni di riviste tedesche, le immagini ricomposte in ogni loro parte, anche se rese frastagliate nei contorni dalla resa pittorica, rimodulano frammenti di fatti avvenuti e persi nel tempo. Ad aumentare un effetto di focalizzazione è l'inserimento da parte dell'autore di un cerchio rosso, che nello stile giornalistico segnala un  punctum, reale o immaginario, sfuggito alla vista.

Roberto Teotti


Focus. Strati e gradi di percezione

a cura di Stefano Elena e Chiara Erika Marzi

dal 22 gennaio al 27 febbraio

MLAC Museo Laboratorio di arte contemporanea, Piazzale Aldo Moro 5 - Roma

www.luxflux.net

 

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