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Without a Glimmer of Remorse

Nella stretta traversa di Via Sforza Cesarini, la galleria Monitor s’insinua tra le vecchie mura dell’omonimo palazzo con un nuovo spazio espositivo, inaugurato da due allestimenti site-specific di Ian Tweedy e Nico Vascellari. Le sale non sono del tutto immacolate come ci si aspetterebbe: Ian Tweedy (o, se si preferisce, Dephect  , in ricordo del suo passato da ‘vandalo’ di città) ha già provveduto a lasciare il segno sulle candide superfici con l’ opera murale  Flak  , già visibile dalla vetrina che si affaccia sul vicolo. Eseguito in bianco e nero con un’impeccabile pittura a tempera, il volto del giovane ufficiale sereno e sorridente contraddice i simboli della divisa fascista che indossa, coś come sembrerebbe non aver nulla a che spartire con le altre opere collocate in sala: la piccola fotografia a colori dell’ amico writer in procinto di scavalcare la  rete metallica di una base militare americana, la bicicletta originale degli anni ’50 su cui l’artista, memore della resistenza politica e culturale del nostro paese, lega un fucile avvolto in una tela ed infine, il lenzuolo, molle, stropicciato, vissuto, su cui un secco tratto a matita delinea il profilo di un uomo bendato. Sono solo quattro i lavori pensati per l’allestimento, scarno lo spazio restante, come a voler lasciare aria anche alla nostra memoria, libera di creare connessioni. Lavoro spesso su documenti del passato, come mappe dell’epoca della guerra fredda, copertine di libri e pagine strappate dalle rilegature. Preferisco lavorare su materiale che ha un passato o una storia, qualcosa che è passato attraverso molte mani prima di giungere nelle mie  , dichiara Tweedy a proposito del suo cercare, accumulare e ripensare le immagini. Agendo come un hacker della storia, in un continuo dislocamento spazio-temporale, il giovane artista, tiene aperti tutti i collegamenti e i files frantumati di geografie e identità. La volontà di produrre una sorta di archivio personale, a partire da un dipinto o da un disegno sul muro, lo porta a stravolgere le informazioni originariamente pre-esistenti, ad appropriarsi della storia recente e remota e manipolare la temporalità legata agli oggetti.  Anche Nico Vascellari, ha portato nella sua complessa installazione  Dripping on the feet of the mountain  , la capacità di attingere ai diversi strati della memoria, sia personale che collettiva, dislocando e conferendo nuova identità a oggetti, suoni ed elementi naturali. Distese su basi dalle superfici specchianti, le tre sculture in ceramica sono repliche fedeli degli unici pezzi di legno sopravvissuti al rogo della grande installazione del MAN di Nuoro, bruciata durante la suggestiva processione dei Mamuthones in Sardegna ; rimangono, qui, come ultime testimonianze di una performance al limite tra natura, seduzioni arcaiche e folklore. Le stesse paure ancestrali che si ritrovano in simbologie differenti e tradizioni geograficamente distanti, alimentano la volontà dell’artista nel ricercare un contatto con la forza primitiva della natura, coś, nel video proiettato sulle pareti in ombra della sala, l’occhio gira incessantemente intorno ad un’ enorme pira di fuoco che continua a bruciare fino al suo esaurirsi. Un ambiente mistico e sacrale prende forma dalla luce di candele, imprigionate nell’alluminio delle sculture ricavate dal calco di radici arboree, dai  rumori registrati durante la lavorazione del metallo fuso e dalle sinuose proiezioni luminose che animano lo spazio circostante. Se da una parte tutto sollecita nella nostra sensibilità il richiamo ad una primordialità perduta, dall’altra, si fa forza la consapevolezza di trovarsi dentro uno scenario seducente messo in moto dall’artista: quel che rimane è solo il simulacro di un’energia naturale, cui fa eco un’esperienza vissuta, o anche solo immaginata…

Nicoletta Guglielmucci


Ian Tweedy & Nico Vascellari

dal 17 gennaio al 14 febbraio 2009

MONITOR VIDEO&CONTEMPORARY ART,  Via Sforza Cesarini 43/a - Roma

www.monitoronline.org

 

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