Nei lavori presentati da Serena Nono alla Galleria Traghetto c’è malinconia, speranza e nostalgia. I suoi quadri divengono strumenti per navigare nel passato di ognuno di noi, l’artista sembra volere riportare a galla quei ricordi che popolano le intimità più profonde di chi guarda, ricordi che assumono forme e aspetti diversi di volta in volta, quasi per volerci dire quanto è importante non dimenticare. Le protagoniste dei quadri sono delle “quasi adolescenti” vestite con vere camicie da notte e sottovesti bianche, l’inserimento dell’oggetto appartenente alla vita reale non è un escamotage per richiamare alla memoria affetti personali piuttosto fa appello a un’immagine presente nella mente di ogni donna: il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Il bianco esemplifica la purezza dell’età dell’innocenza, quel periodo animato da un’ansia costante di vivere nel mondo dei grandi ma anche attraversato da legittime paure. Dal punto di vista compositivo, le silhouette delle ragazze hanno delle posizioni decentrate e i loro sguardi sono rivolti sia verso l’alto sia a noi; si svela una dimensione più intima: i limiti della tela sono abbattuti, il nostro spazio (quello del Mondo) è messo in relazione con quello delle opere. C’è continuità. Ogni quadro sembra essere parte di una composizione più complessa e le figure sembrano partecipare ad una danza immaginaria, ricordando quella famosa del 1909, qui peṛ nessuna dimensione spaziale è definita, la terra e il cielo hanno uno stesso colore scuro, che avvolge i corpi senza opprimerli. La sospensione temporale in cui le protagoniste sono immerse è di volta in volta disfatta dall’”intervento” dello spettatore che riattualizza ogni immagine nella sua memoria. Due diverse dimensioni temporali coesistono: il colore fluido degli sfondi fa pensare a una realizzazione più veloce mentre la fattura (lavorazione) dei corpi e delle loro vesti testimonia la cura e il tempo impiegato dall’artista nell’attaccare il tessuto (delle camicie da notte) sulla tela, impregnandolo di colore. La “realtà” delle sue opere deriva proprio da queste zone di densità materiale della superficie, in cui si palesa la pressione emotiva che ha guidato la mano. Sense of wonder: il filo conduttore dell’esposizione. La meraviglia e lo stupore di essere nel mondo caratterizzano gli sguardi delle figure dipinte, suggerendo a chi guarda una alternativa da integrare nella routine quotidiana.
Claudia Cavalieri
Sense of wonder - SERENA NONO
dal 15 gennaio al 28 febbraio 2009
Galleria Traghetto, via Reggio Emilia 25 - Roma