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Acromatica, mostra apatica

Nel catalogo della mostra “Acromatica” si legge che la galleria Edieuropa, in cui essa si svolge, è una sede storica nel panorama artistico romano del Novecento. Legata alla rivista “Qui arte contemporanea”, tra i nomi ad essa legati risultano addirittura Capogrossi, Colla e Fontana e, tra le tante esposizioni, quelle di Accardi, Turcato, Burri, Afro e molti altri. Detto questo, sembra peṛ che negli ultimi tempi le idee si siano un po’ esaurite e che la Edieuropa si sia arenata sugli storici artisti appena nominati. Le sale della galleria, arredate con scrivanie e divanetti, hanno più un aspetto di studio di contabilità che di spazio espositivo. In alcuni punti, infatti, tra lo spettatore e l’opera si interpone una scrivania con tanto di computer, penne e scartoffie varie, un “disturbo” non poco ingombrante. A parte questo la mostra ruota intorno al tema dell’assenza di colore, ma finisce per essere un’esposizione di opere di grandi artisti del Novecento, accostati, spesso con collegamenti forzati, ad altri non tanto conosciuti.  L’impressione che ho avuto è stata quella di una mostra, in cui si è cercato un filo conduttore per esporre dei grandi nomi del Novecento, di proprietà della galleria o magari di qualche privato. E’ vero, l’opposizione alla concezione del bianco e nero come “azzeramento del linguaggio” lega alcune opere come il “Concetto spaziale” su superficie bianca di Fontana, o la “Plastica nera” combusta di Burri, i segni neri della tela di Afro, coś come quelli sulla materia lavorata da Consagra e  Caporossi. Ma cercare il nero “di una società che ignora e che non vuol vedere” nell’esposizione di occhiali da sole messa su da Scotto di Luzio su una tavola a mo’ di venditore ambulante è un collegamento un po’ esagerato. Allo stesso modo, gli oggetti di Bruna Esposito, “Perla a piombo” e gli occhiali con al posto delle lenti due serrature, avrebbero un significato più appropriato in un altro contesto. Tra enormi salti temporali lungo il corso del XX secolo, fino ai giorni nostri, si inserisce anche una fotografia di Armin Linke, forse una delle poche opere in linea con il messaggio iniziale della mostra: “ReN 003153 8 Ice oack Artic North Pole” è una ricerca dell’acromatismo negli spazi bianchi, silenziosi e sterminati del Polo Nord, tanto da sembrare un’opera materica simile ad un cretto di Burri. Mostra consigliata a chi vuole dare un rapido sguardo all’arte italiana, dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri, senza passare dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. (In senso ironico, ovviamente..)

Antonio Pizzolante

 


 

Acromatica

a cura di Bartolomeo Pietromarchi

dal 14 dicembre 2008 al 7 febbraio 2009

GE Galleria Edieuropa, Piazza Cenci 56 - Roma

www.galleriaedieuropa.it

 

 

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