Lawrence Weiner, pioniere dell’arte concettuale, è approdato a Roma con la prima monografica da dieci anni a questa parte, ospitato nei sontuosi spazi della Gagosian Gallery. “Ogni possibilità ha uguale valore e corrisponde ugualmente alle intenzioni dell’artista; la decisione di portare a termine l’opera spetta al destinatario nel momento della ricezione”; è una parte della dichiarazione programmatica che da anni accompagna la presentazione delle opere dell’artista, e che forse meglio ne sintetizza l’essenza: sin dalla fine dei ’60 attraverso i suoi Statement Weiner ha posto il pensiero ed il puro linguaggio non solo al centro della riflessione artistica ma anche degli spazi fisici. Un’eredità nei decenni raccolta da molti artisti: basti pensare a Jenny Holzer, Barbara Kruger... . Lungo le pareti della galleria l’esposizione si articola in tre fasi: nell’atrio incontriamo un lavoro a tecnica mista su carta ( Quo Vadis ) dove compare la citazione “Si parva licet componere magnis”, tratta dalle Georgiche di Virgilio. E’ lecito paragonare le cose piccole alle grandi? Secondo Weiner ś, e lungo le pareti della sala centrale la frase unisce come un leitmotiv le due grandi opere site specific Quid Pro Quo e 3 Coins & a Fountain : frammenti che rimandano alla città di Roma, a diversi suoi archetipi linguistici e mitologici. Se 3 Coins & a Fountain allude ad un tema meno arcaico e più allegro (il rituale - ormai per lo più turistico - del lancio della moneta nella Fontana di Trevi), Quid Pro Quo ci riconduce ad un tema più antico e controverso. ACCOCOLATO – TRA – ALCUNE – PIETRE – COPERTO – CON - QUELLO – CHE – C’E’ – INTORNO: parole incorniciate e sospese che si sfiorano come mattoni in equilibrio precario, alludendo linguisticamente e graficamente alla fondazione della città capitolina. Dal tema della fondazione a quello dei sette colli di Roma il passo è breve: nella terza ed ultima parte del percorso espositivo viene presentato Seven Hills of Rome , serie di lavori in tecnica mista su carta che nell’affrontare un altro grande archetipo non rinunciano alla frammentazione grafica e linguistica: ogni opera è dedicata ad uno dei colli romani ed in ciascuna di esse termini inglesi rimandano al concetto di città eterna: forever, eternal ma anche two days, short a day. Come se i nomi dei colli fossero simboli di un passato remoto, alcuni dei quali oggi abbandonati ad un degrado che ne oscura gli antichi splendori. In ogni lavoro compare il celebre "Quid Pro Quo": frase latina in uso tuttora ma che ha assunto col tempo diversi significati: “scambio reciproco di beni e favori” nella lingua inglese, “scambio inteso come equivoco” in quella italiana. Ed è proprio l’ambiguità e la molteplicità di significati la caratteristica dei lavori di Weiner: "...la decisione di portare a termine l’opera spetta al destinatario nel momento della ricezione"; la frammentarietà delle parole permette uno stato di sospensione che assume valore solo nel momento in cui l’individuo con il proprio bagaglio culturale ed esistenziale apporta un valore aggiunto. Ancora una settimana per visitare questa mostra che chiuderà i battenti il 17 gennaio; se rimarrete delusi dal contenuto di certo il contenitore vi ripagherà: la Gagosian si conferma una delle gallerie con gli spazi più belli della capitale.
Valentina Fiore
Quid Pro Quo - Lawrence Weiner
dal 21 novembre 2008 al 17 gennaio 2009
Gagosian Gallery, Via Francesco Crispi 16 - Roma
www.gagosian.com/exhibitions/2008-11-21_lawrence-weiner/