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Giosetta Fioroni “Carte d’argento”

È in corso a Roma, alla Galleria La Nuvola, la mostra personale di Giosetta Fioroni dal titolo “Carte d’argento”. Un gruppo di opere appartenenti al periodo degli anni ’60 e i nuovi lavori su carta abbracciano gli spazi luminosi della due sedi della galleria, distaccate rispettivamente al civico 51/ a e 62/ a in via margutta.  Le opere esposte nel primo locale sono ritratti femminili su carta realizzati con vernice industriale di color argento tra il 1963 e il 1974, nelle quali il colore è l’elemento che determina la costruzione dell’immagine. L’argento disegna i contorni della figura che affiorara in superficie, la donna in queste opere  è una silhouette, una figura stilizzata costruita attraverso il contrasto tra luci e ombre e dal rapporto tra il bianco della carta e l’argento. Secondo Alberto Moravia il modo in cui la Fioroni toglie invece di aggiungere, definendo l’immagine attraverso l’assenza piuttosto che con la presenza, introduce l’artista inconsapevolmente nella compagnia dei pittori e poeti giapponesi, maestri nel far vedere cị che non c’è.

La Fioroni definisce i suoi ritratti attraverso lo smalto d’argento riuscendo a strappare all’immagine, priva di corposità, quel palpito di vita che sul filo del visibile si presenta come una apparizione evanescente. Tutto cị lo ritroviamo in opere come Ragazza liberty del 1965, immagine sensuale ma che sfugge allo stesso tempo, in Le sorelle del 1969, dove cị che non vi è rappresentato lo spettatore lo immagina per supposizione, nelle diverse carte dal titolo Fisionomia (che vanno ’69 al ’70), le quali, con pochi segni, definiscono un’espressione, un volto. Pochi elementi essenziali, quindi, che consentono di ricondurre, ancora una volta, le figure femminili alla realtà senza che diano vita a rappresentazioni realistiche.  Tutte le figure dei dipinti di Giosetta Fioroni di questi anni sono tratte da immagini scelte tra quelle pubblicate nelle riviste o conservate negli album fotografici di famiglia. La partenza per un quadro è la proiezione sulla tela o sulla carta, di una fotografia, di un ritaglio di giornale o di una riproduzione di un quadro (come per La Venere, del 1969). Su uno stralcio di immagine ricalcata l’artista vi disegna sopra lasciando alcune parti in negativo (senza colore) mentre altre sono definite e colorate d’argento. Il colore utilizzato dalla Fioroni è quello che negli anni ’60 evocava la freddezza del prodotto moderno, ma il modo in cui l’artista lo usa è diverso: lo smalto è steso col pennello, “con una simpatia artigianale”, che sottrae l’argento a qualsiasi oggettivazione industriale alla Warhol. Le opere della Fioroni sono leggere, femminili, moderne e antiche allo stesso tempo e l’argento, che nell’immagine è un’ombra viva e misteriosa, è la memoria che lascia sul foglio bianco la sua traccia.

La passione dell’artista romana per l’immagine fotografica e cinematografica è riscontrabile in opere come Doppio liberty del 1966, dove il foglio di carta appare come una pellicola fotografica su cui sono impresse in sequenza due stesse immagini della realtà, oppure nell’opera Attrice (Hedy Lammar) del 1967.  In Ricordo di ragazza Liberty del 1970, l’artista ritorna su un tema precedente, aggiungendo particolari e utilizzando un formato diverso, verticale, nel quale sono visibili piccole sgocciolature.  Nell’altra sede della galleria sono esposte, invece, le opere recenti nelle quali la Fioroni riutilizza le carte argentate ispirandosi alla poesia e alla letteratura. Le opere nascono dal ricordo di testi e poeti come T.S Eliot, Pound, Valery, Cavalli, Magrelli, ma il linguaggio non è illustrativo e soltanto il titolo dell’opera pụ fornirci una chiave di lettura. Oltre all’argento, anche altri materiali (pezzi di legno, materiali sintetici, ecc.) sono utilizzate in queste ultime opere, nelle quali vi sono frammenti di poesie cariche di suggestioni. Solo per l’inaugurazione sono stati presentati al pubblico quattro cortometraggi realizzati da Giosetta Fioroni nel 1967: Coppie, La solitudine, Gioco, Goffredo; a dimostrazione di quanto l’artista sia stata sempre curiosa e aperta alla sperimentazione di diversi mezzi espressivi. E ancora la favola di Colapesce, scritta da Raffaele La Capria con 12 acquarelli dell’artista e un teatrino in ceramica con il quale la Fioroni rappresenta una scena del libro.

Ida Tricoli

 


Carte d’argento - Giosetta Fioroni

a cura di Fabio Falsaperla e Nicoletta Maria Gargari

dal 12 novembre 2008 al 10 gennaio 2009

Galleria La Nuvola, via Margutta 51/a - 62/a - Roma

www.gallerialanuvola.it

 

 

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