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Invasi

La Fondazione Cerere presenta nei suoi spazi una bella personale di Bruno Ceccobelli. L’artista umbro torna ancora sulla scena romana con una mostra che è espressione della sua nuova fase di ricerca, in cui le scelte estetiche dei decenni precedenti sembrano incontrarsi e conciliarsi.  Invasi  è un’installazione che  abita  l’ambiente espositivo della Fondazione e rimanda con la sua ricchezza simbolico-sensoriale a una poetica complessa e non immediatamente accessibile. I molteplici richiami a elementi archetipali non sono certo una novità per questo artista che fin dagli esordi si muove nell’affascinante gioco di rapporti tra arte e alchimia. Ceccobelli appartiene al gruppo storico degli artisti che dalla fine degli anni Settanta hanno iniziato a lavorare nei locali del Pastificio Cerere. Oggi negli ambienti dell’ex semoleria del quartiere San Lorenzo sono presenti gli studi di numerosi artisti oltre allo spazio espositivo della Fondazione. La memoria storica di questo luogo si lega peṛ ai nomi di sei noti personaggi dell’arte romana, Nunzio, Desś, Pizzi Cannella, Tirelli, Gallo e Ceccobelli, di nuovo riuniti alla fine del 2006 in un importante evento ospitato a Villa Medici. I dipinti che Ceccobelli presenta in occasione di questa collettiva si riallacciano immediatamente alle opere degli anni Ottanta, caratterizzate dall’uso di colori scuri e terrosi e di materie cariche di valori simbolici come il catrame, la creta, la cenere.  Alcuni mesi dopo una mostra alla Fondazione Volume torna a proporre sulla scena romana l’artista che nel 1992 si era allontanato dalla capitale. Trasferitosi in Umbria compie ricerche in una direzione diversa. Non più le opere monocrome del primo decennio: gli anni Novanta sono un periodo caratterizzato da un nuovo interesse per la scultura e da dipinti di stampo figurativo, realizzati con una vasta gamma di colori.  A Volume nel 2007 Ceccobelli realizza un’installazione molto bella. Un percorso tra le macerie scandito da  orme  realizzate in ceramica raku, ricco di suggestioni multisensoriali: il ritmico scendere di gocce d’acqua che si infrangono sulle ceramiche ed evaporano immediatamente a causa del calore emanato dalle candele, poste sotto le  orme. L’acqua, il fuoco, l’aria e la terra, elementi essenziali dell’installazione a Volume, tornano anche nella personale Invasi al Pastificio. Qui nove vasi di argilla creano un percorso leggermente ricurvo; sulla parete è riflesso il tremolio dell’acqua che bagna il pavimento in corrispondenza dei contenitori. All’interno dei vasi le candele; sopra, nove calchi del volto dell’artista che ogni volta riproducono espressioni diverse, ma invisibili a chi guarda. I calchi sono realizzati in ceramica raku e riempiti con la cera che si liquefa a causa del calore prodotto della candele. L’aria dei tubi di aerazione provoca il tremolio dell’acqua che peṛ non è visibile a occhio nudo, ma solo attraverso il debole riflesso sul muro. Quattro gli elementi, nove i vasi e i volti. Non solo un gioco attraverso i simboli, ma anche attraverso i sensi: un leggero profumo infatti emana dalla cera che si scioglie e l’aria dei tubi di aerazione produce un rumore di sottofondo costante. Entrando nella sala appena illuminata si viene assorbiti da una dimensione in cui il tempo è sospeso, ma non assente: rimane la rappresentazione simbolica dello scorrere della vita nella cera che si consuma e assume forme sempre diverse.

Eleonora Capretti


Invasi - Bruno Ceccobelli

a cura di Lorenzo Benedetti

dal 26 novembre 2008 al 16 gennaio 2009

Fondazione Pastificio Cerere, Via degli Ausoni 7 - Roma

www.pastificiocerere.com

 

 

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