Sei qui: Home Magazine ARCHIVIO SC MAGAZINE
  • Increase font size
  • Default font size
  • Decrease font size
Cerca

www.sguardocontemporaneo.it

Il vuoto stereoscopico di Armin Linke

Una città fantasma; Pripyat, dopo il disastro nucleare di Chernobyl del 24 aprile 1986, fu evacuata divenendo un luogo surreale. Fu un evento tragico, che ebbe ripercussioni in tutta Europa. In Italia, nell’anno successivo, il governo, dopo un referendum, decise di abolire il nucleare. Coś, anche le nostre centrali diventarono ben presto dei luoghi abbandonati.  Armin Linke ha colto questo aspetto, fotografando gli spazi delle centrali nucleari di Garigliano, Caorso e Latina.   La mostra si estende per tre sale, più una quarta dedicata alla proiezione di un filmato realizzato dallo stesso Linke e da Renato Rinaldi, intitolato “Visionario nucleare”. All’entrata ricevo subito dei regali: un piccolo catalogo con alcune immagini selezionate da quelle esposte ed un paio di occhiali per vederle in 3-d. Si, perché non si tratta di una semplice fotografia documentaria; l’artista ha voluto rendere maggiormente la desolazione di questi ambienti recuperando la vecchia tecnica stereoscopica. Coś l’osservatore passeggia tra le centrali ed entra illusionisticamente in aree vietate, le cosiddette “zone di esclusione”. Accede nel vuoto che regna ormai da più di vent’anni, animato solo da poche persone, gli addetti al mantenimento di queste strutture, contenenti ancora i resti di materie, che, se incustodite, possono trasformarsi in pericolosi rifiuti.  E’ parte della nostra storia recente, anche se non se ne parla quasi più e forse le nuove generazioni non ne conoscono nemmeno l’esistenza. Luoghi in cui il tempo si è fermato nel 1987, lasciando una tecnologia per quel periodo avanzatissima e che oggi appare superata, e il fotografo tedesco la associa perfettamente al sistema illusionistico tridimensionale, ugualmente rimpiazzato dal tempo, ma che ha mantenuto comunque il suo fascino.   Drammaticità di posti lugubri e una certa tensione traspare dal filmato, grazie all’assenza di dialoghi e al silenzio, interrotto spesso dai rumori sinistri delle apparecchiature ancora in funzione. Mi sembra di trovarmi in un’astronave, nello spazio muto, e invece le centrali sono a pochi chilometri da me. Un consiglio: bisognerebbe visitare la mostra quando in sala non c’è molta gente, cosa non difficile visto che gli ambienti della Calcografia, per quanto ho potuto notare nelle mie visite saltuarie, non conoscono il traffico di persone delle grandi mostre.

Antonio Pizzolante


Immaginario nucleare - Armin Linke

a cura di Bartolomeo Pietromarchi

dal 16 ottobre al 16 novembre 2008

Calcografia, Via della Stamperia, 6 - Roma

www.arti.beniculturali.it/home

 

Pubblica questo Articolo

Facebook Twitter Google Bookmarks RSS Feed