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w[A]nderland di Fidia e Nicola Alessandrini

Il mondo dei cartoni animati si ribella! L’incanto di un universo fatato, in cui ogni bambino può rifugiarsi, viene negato e stravolto dalla mostra intitolata significativamente w[A]nderland, allestita presso la MondoPOP International Gallery fino al 31 luglio.

Già dal titolo, appunto, arrivano segnali che nel Paese delle Meraviglie qualcosa si è incrinato. Ed è intuibile che cosa. Nel comunicato stampa viene detto a proposito: “w[A]nderland deriva dall’unione di to wander (errare, vagare, vagabondare, deviare, uscire dalla retta via, tradire, delirare) con la terra incantata teatro delle fiabe popolari […]. Una terra al pari di quella in cui viviamo, all’apparenza incantata, libera, evoluta e felice ma che nelle realtà su cui ci rifiutiamo di indagare porta dentro di sé i germi della devianza, dell’oblio, del tradimento”.
Un capovolgimento quindi della presunta innocenza che si associa al mondo delle fiabe e dell’infanzia. Nella prima sala, dedicata a Fidia, uno dei due artisti presenti in mostra, compaiono così i protagonisti dei cartoni Disney tramutati in antieroi, personaggi cattivi e ipocriti, che divengono talvolta giocattoli erotici. Questo accade, ad esempio, nell’opera Sfiancaneve – Snow White, in cui la candida protagonista della favola dei Sette Nani si trasforma in una bambola gonfiabile, retta sulle gambe da un uomo decisamente disgustoso, il cui volto si intravede sotto una maschera da Principe Azzurro.
Quest’opera rientra in una serie di lavori esposti in mostra in cui Fidia utilizza come base per i suoi disegni reali banchi di scuola, appesi alla parete come quadri.




Fidia, Beat Bad Wolf (2010), courtesy MondoPOP International Gallery


Fra questi compare anche Pinocchio, protagonista della campagna elettorale di un fantomatico partito dal nome “Pleasure Island”. Come in un tradizionale manifesto per le elezioni, Pinocchio è presentato a mezzo busto in completo elegante con il caratteristico naso allungato, alludendo in maniera tutt’altro che velata alle menzogne portate avanti dalla classe politica.
Se invece in un altro lavoro un lupetto Disney, con kefiah e mitra, guarda disperato qualcosa oltre di lui, con negli occhi il disegno di un razzo, in un’altra opera la tematica bellica viene generalizzata, proponendo delle bombe giocattolo mascherate da mele lucide e invitanti.
Al contrario, Paperino e Pippo sono oggetto di un divertissement che presenta le loro bare, realizzate con le ante di un armadio, appese al muro e sfondate da un’ascia nella parte superiore, per cui dal foro che ne deriva si intravvede lo scheletro dei due personaggi che Fidia ha dipinto sulla tavola sottostante. I lavori si intitolano Skeleton in the closet (Scheletro nell’armadio), giocando tra il significato letterale della frase e quello più simbolico, che si riallaccia al proposito della mostra di analizzare i segreti e le perversioni che si celano dietro molti aspetti della realtà contemporanea.
In quest’universo falsamente innocente non può mancare Alice nel Paese delle Meraviglie, che appare nelle vesti di una bambola legata e imbavagliata in una gabbia. L’opera presenta il consueto gioco di parole (Malice in the w[A]nderland) e riflette, nuovamente, sugli aspetti sordidi e inquietanti che si possono celare dietro una realtà apparentemente ingenua.
Fidia realizza poi una serie di opere intitolate Tagli D-Istruzione, realizzate nel 2010 in concomitanza con la fine del suo contratto come maestro elementare a causa dei tagli attuati nel sistema scolastico. L’artista utilizza ancora una serie di banchi di scuola per incollarvi disegni dei Sette Nani realizzati su reali compiti in classe. L’effetto è interessante, come del resto quello di tutti gli altri lavori proposti dall’artista, che nel loro complesso rendono decisamente chiaro il messaggio provocatorio.


Fidia, Skeleton in the Closet - Donald Duck (2010), courtesy MondoPOP International Gallery


Nicola Alessandrini, secondo artista in mostra, è in prima battuta meno incisivo per l’esiguità delle opere presentate. Si tratta di due lavori che, tuttavia, ricavano il loro valore dall’estensione con cui occupano le pareti della seconda sala. In un caso, piccoli riquadri propongono il tema della Via Crucis, dove a Cristo viene sostituito un altro protagonista dei cartoni animati: Bambi. L’immagine del cerbiatto viene riprodotta tante volte quante sono le stazioni della salita al Calvario. Approssimandosi alla Crocifissione, l’immagine di Bambi si complica sempre più e si sovrappone a elementi eterogenei e bizzarri. I riquadri, inoltre, si colorano progressivamente di rosso, a denotare un climax di tensione, che culmina nell’ultimo riquadro, quello della morte di Cristo/Bambi, in cui l’intera scena è tinta di quel colore.



Nicola Alessandrini,Via Crucis. courtesy MondoPOP International Gallery

Nella parete opposta, invece, si staglia il secondo lavoro di Nicola Alessandrini, un’opera di enormi dimensioni che rivisita la favola di Cappuccetto Rosso in chiave moderna, proponendo personaggi inquietanti e deformi, con evidenti richiami a Francis Bacon e al graffitismo americano.
Artisti diversi ma capaci di comunicare tra di loro, Fidia e Nicola Alessandrini, assieme alla curatrice, sono riusciti a dar vita a una mostra solo in apparenza festosa e ingenua, ma che in realtà scava con acume e audacia nel profondo delle contraddittorietà e delle falsità del mondo odierno.


Francesca Castiglia


Fidia Falaschetti / Yuri & Yuri gagarin Brothers - w[A]nderland
a cura di Serena Melandri
dal 4 giugno al 31 luglio 2010
MondoPOP International Gallery, Via dei Greci 30 - Roma
www.mondopop.it

 

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