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La favola del pesce cambiato

Non conoscevo la favola del pesce cambiato. Ma quando ho visto che si trattava di un progetto che coinvolgeva Emma Dante, forse la migliore regista teatrale italiana attualmente in circolazione, ed il disegnatore Gianluigi Toccafondo (per chi non lo conoscesse è l'autore della "pubblicità  animata" della Sambuca Molinari, ma anche molto di più) non ho esitato a recarmi alla Sala Santa Rita, a fianco del teatro di Marcello. In questa elegante sede l'associazione culturale che gestisce lo spazio ha allestito una piccola mostra sulle tavole originali di Toccafondo per il libro "La favola del pesce cambiato", scritto appunto da Emma Dante ed illustrato dallo stesso Toccafondo (poche le copie reperibili di quest'edizione pregiata stampata da L'Arboreto). Il 24 settembre si è poi tenuto un incontro alla Sala Santa Rita con Emma Dante; le parole della regista siciliana scorrevano fluide, all'interno del letto tracciato dalle ipnotiche immagini di Toccafondo proiettate sulla parete alle sue spalle. Un rapporto fra due artisti apparentemente distanti, ma che hanno entrambi nella corrosività  il loro tratto distintivo; i personaggi delle rappresentazioni di Emma hanno gli stessi contorni netti delle figure di Gianluigi. E pensare che, a detta di Emma Dante, nemmeno si sono mai incontrati di persona. In sala erano presenti molti bambini, ma il racconto è la classica favola che va bene anche per gli adulti, come quasi sempre accade: un pesciolino appena nato si trova a gareggiare nell'oceano con milioni di altri pesci in una sfida combattutissima. Il pesciolino nuota più veloce di tutti, raggiunge il candidato n°1 alla vittoria e lo supera sul filo di lana; tutta l'attenzione delle cronache "marine" è per il pesciolino, gli speaker lo reclamano per un'intervista, per sapere come ha fatto a vincere, ma anche quali sono i suoi cibi e gusti preferiti...Il pesciolino si ritrova peṛ senza parole, tanta è stata la fatica per arrivare al successo, e sviene. Si ritrova in una vasca piccolissima, stremato e solo, senza riuscire a poter compiere il minimo movimento; passano i mesi, il pesciolino è diventato un pesce che ormai il contenitore malapena contiene. L'unico stimolo proviene da una voce che ogni tanto lo chiama, la "voce dell'oceano"; il pesce è innamorato della voce e quando, dopo mesi, si accorge di aver riacquistato forza decide di andare verso la voce che lo attrae dicendo "spingi!, spingi!" e nel frattempo si è fatta sempre più forte. Il pesce spinge più che pụ e trova la via d'uscita, fino a quando, come rivela l'ultima pagina, si scopre che altro non era che una bambina in attesa di nascere ("Adriana, Vita Mia!" dice la madre-"voce dell'oceano" che la prende in braccio).  Ma non voglio banalizzare la storia recensendola o caricandola di significati: il mio consiglio è quello di leggerla, di amarla. L'unico contributo che mi sento di dare sono le suggestioni di quell'esperienza, delle parole di Emma e delle immagini di Toccafondo; suggestioni che intravedono la luce e fuoriescono dal taccuino.  Un incontro, un idea fatta di P-A-R-O-L-E e C*o*L*o*R*i diventano tutt'uno come cerchi nell'acqua _ _(_ _ _)_ _(_ _ _)_ _ _(_ _ _)_ _ "che non sanno nuotare e si infrangono, frantumano le distanze"*  La favola di un pesce appena spuntato che nuota e sgomita e cresce nell'oceano (fatica e gioia di vivere prima d'esser nati); inseguendo una voce materna ignora ancora d'esser una bambina che dovrà  nascere; ennesimo regalo del mondo a se stesso.  *(grazie a Paolo Benvegnù)

Saverio Verini


La favola del pesce cambiato - Gianluigi Toccafondo/Emma Dante

a cura di Associazione Culturale L'arboreto

dal 10 settembre al 24 ottobre 2008

Sala Santa Rita, via Montanara 8 - Roma

www.salasantarita.culturaroma.it

 

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