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I volti restituiti di Anne-Karin Furunes

Lori, 2003, tela dipinta e forata, cm. 100x80, Courtesy Galleria Il Traghetto

Alla Galleria Traghetto di Roma è stata inaugurata la prima personale italiana di Anne-Karin Furunes, artista norvegese di successo, già affermata sulla scena europea e internazionale. Nello spazio espositivo di Via Reggio Emilia sono presenti alcuni suoi lavori su tela e alluminio; contemporaneamente a Montalcino (SI) nello Spazio Millesimato è possibile ammirare l’installazione site specific The Passage # 2.

Il punto di partenza per le opere di Furunes è l’immagine fotografica. Basandosi su ingrandimenti fotografici l’artista ha sviluppato una tecnica personale e originale, attraverso la quale si riappropria del fare, dell’aspetto artigianale dell’attività artistica. L’immagine su tela o alluminio è composta da centinaia di fori, ognuno di diametro diverso, rigorosamente realizzati a mano: la figura umana è restituita lentamente all’occhio solo se si cerca nello spazio la zona corretta da cui osservare, come insegna la tradizione della prospettiva. Quando il supporto è in tela nera le zone di profondità dell’immagine sono costituite da fori più piccoli, viceversa se la base  è in tela chiara o alluminio il rapporto tra la grandezza dei fori e le zone di profondità s’inverte.

Portrait 27, Serie Portraits of pictures, 2008, tela dipinta e forata, cm. 224x160, Courtesy Galleria Il Traghetto

La tecnica è stata raffinata nel corso degli ultimi anni. Nei lavori risalenti al 2002-2003 i fori praticati sulle tele hanno contorni incerti e approssimativi, mentre nelle opere più recenti la perfezione tecnica potrebbe far pensare a una rielaborazione grafica delle foto anteriore la realizzazione dell’opera. Ma non è così e Furunes in numerose interviste ha insistito sull’aspetto manuale dei suoi lavori: è sufficiente sbagliare l’ampiezza di alcuni fori per ricominciare tutto il lavoro dall’inizio. Anonym è intitolata la mostra, perché i volti rappresentati sono senza nome. Se nell’invenzione della tecnica Furunes tenta di ridare unicità e sacralità all’immagine fotografica, nella scelta dei soggetti raffigurati c’è uno scopo sociale e politico: la restituzione alla memoria collettiva di quanto si è voluto dimenticare o nascondere. Il governo svedese ha portato avanti per circa cinquant’anni una ricerca su uomini e donne ritenuti inadatti alla procreazione, perché portatori di handicap mentali o fisici. Lo scopo del programma era la sterilizzazione di quella parte della popolazione che costituiva un problema sociale e la conseguente epurazione della razza. Gli album che contenevano le foto di questa folla anonima erano custoditi in un archivio reso pubblico solo negli anni Settanta. La serie Portraits of Pictures nasce dalla volontà di ridare alla storia questi volti senza nome. L’opera su supporto in alluminio presente nella mostra ha un’origine diversa: è stata realizzata a partire da una fotografia di viaggio, scattata in Cina dall’artista. Il soggetto è in questo caso la folla anonima; si pụ intuire il luogo dai tratti orientali dei volti. Anche nell’installazione a Montalcino è protagonista la folla: si tratta peṛ in questo caso di una ripresa di gruppo, in fermo immagine. L’artista spia le espressioni dei visi, rende possibile l’emersione dell’individuo dal collettivo, ruba a una visione di passaggio quelle identità che si perdono nel movimento. Furunes porta avanti la sua ricerca nel difficile rapporto tra arte e oblio, restituendo i volti alle loro identità attraverso ritratti che costringono l’osservatore al movimento. Chi guarda l’opera deve muoversi nello spazio per ritrovare le linee, riconoscere le espressioni. L’immagine non è data passivamente allo sguardo; in modo sottile si è costretti a scegliere di guardare dentro il volto dell’altro.

Eleonora Capretti


Anonym di Anne – Karin Furunes

dal 18 settembre al 10 novembre 2008

Galleria Traghetto, Via Reggio Emilia 25 - Roma

www.galleriatraghetto.it

 

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