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MasturBaselitz

Fuori piove, ma dentro sembra ci sia stato sempre e soltanto sole, con un microclima da serra artificiale. Fuori è Roma, dentro è la galleria Gagosian: nonostante il tempo, nonostante siano le 18.30 di un qualsiasi mercoled́ (che tradotto in gergo romano significa "traffico"), nonostante non sia nemmeno previsto un buffet (in genere tira più una tartina gratuita che un carro di buoi) la galleria è piuttosto affollata. Lo spazio, aperto da nemmeno sei mesi, è uno di quelli che ancora mancavano a Roma per proseguire il suo inseguimento alle grandi capitali mondiali dell'arte (e contestualmente la sua progressiva omologazione agli standard internazionali): una galleria di dimensioni notevoli, pareti bianche, assetto asettico, accoglienza impeccabile, disponibilità  ed un'immagine diffusa di professionalità. Insomma, un luogo potenzialmente capace di sostenere sforzi ed impegni al pari di un'istituzione museale. Dopo le mostre su Cy Twombly e Damien Hirst spetta ad un altro nome importante dell'arte contemporanea: Georg Baselitz presenta infatti un "remix" di lavori ispirati ad una della sue opere più discusse, "La Grande Notte in Bianco". Si tratta di un dipinto del 1962, che mostra una figura maschile, testa esclusa, nell'atto di masturbarsi; a seguito della sua prima esposizione il quadro venne addirittura sequestrato dalle autorità  tedesche per il contenuto considerato "altamente provocatorio". Oggi tira un'aria nuova e, nonostante ci si continui a scandalizzare per vignette e innocue ranocchie crocifisse, in ambito sessuale tutto è concesso. Coś le sette variazioni sul tema elaborate appositamente per la mostra dall'artista tedesco colpiscono più per la visione d'insieme che non per il contenuto; le grandi tele (tutte 2,50 x 2 metri) costituiscono un ciclo unitario all'interno del quale è tuttavia possibile scorgere delle differenze rispetto all'originale e dei caratteri di unicitĂ . Se il soggetto de "La Grande Notte in Bianco" rimaneva anonimo, nei "remix" del 2008 Baselitz ci fa intuire che il personaggio ritratto è Adolf Hitler; in più, ogni dipinto ha delle qualitĂ  cromatiche e formali proprie (uno in particolare, "Piet in shorts", presenta sullo sfondo una griglia in stile Mondrian che, ad uno sguardo più attento, si rivela una croce uncinata). Se nel vocabolario esistesse un'illustrazione per il termine "perversione" non credo che potrebbe trovare una rappresentazione più degna del ciclo di Baselitz. Si tratta peṛ di una degenerazione non pienamente espressa: il volto del Furher, quasi sepolto dal colore, ed il corpo a tratti sbozzato suggeriscono più che mai un tentativo di rimozione, come se l'immagine non riuscisse ad emergere completamente. Ma Baselitz sembra comunicare meglio a livello formale che tematico. Le opere sono vitali, manifestano una carica espressiva vibrante: i tocchi insistiti ed i contorni spessi ci fanno percepire il "sudore" della creazione, le pennellate più sottili la "meditazione". L'esito, mi perdonino i critici veri, è un "neo-espressionismo" a tratti brutale, contaminato al tempo stesso da soluzioni (certe sfumature del colore, certe linee imprevedibili) che guardano all'astrazione. La costante assenza di uno sfondo definibile ne è una controprova. Nell'ultima delle tre sale espositive trovano posto degli acquarelli su carta, ancora una volta incentrati sulla ossessiva ripetizione del soggetto delle opere precedenti, ma con una diversità  di tecnica e supporto; insomma, dei contributi che nulla aggiungono alla mostra. Mostra di certo non memorabile, anche se ben curata. La scelta di Baselitz appare comunque poco coraggiosa, così come i lavori che - nonostante l'indiscutibile qualità  compositiva - non offrono granché al visitatore e tanto meno alla carriera stessa dell'artista. Una sorta di involuzione per Baselitz, il quale, a ben vedere l'intero arco della sua produzione, ha avuto il "merito" di anticipare un ritorno alla figura umana precorrendo di almeno una quindicina d'anni il movimento della Transavanguardia.

Saverio Verini

 


 

La Grande Notte in Bianco - Georg Baselitz

a cura di Achille Bonito Oliva

dal 23 settembre all'8 novembre 2008

Gagosian Gallery, Via F. Crispi 16 - Roma

www.gagosian.com

 

 

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