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Stefania Fabrizi. Io sono l’occhio


Immaginate una stanza senza pareti, senza confini né limiti di capienza, un luogo però da poter chiudere come fosse una valigia, il bagaglio di una vita da riempire con fotogrammi, pezzi di una realtà vissuta e immaginata, dove difficile diventa distinguere la storia dal mito, la memoria dalla fantasia. Stefania Fabrizi (Roma, 1958) apre al pubblico la sua “scatola”, svuotandola disordinatamente in una stanza della Galleria romana di Dora Diamanti: una serie di fogli di carta, strappati da un blocco per schizzi, sono qui appesi uno dopo l’altro alle pareti bianche, una sequenza confusa di figure ambigue e terrificanti appare prepotentemente allo sguardo dello spettatore...

Immaginate una stanza senza pareti, senza confini né limiti di capienza, un luogo però da poter chiudere come fosse una valigia, il bagaglio di una vita da riempire con fotogrammi, pezzi di una realtà vissuta e immaginata, dove difficile diventa distinguere la storia dal mito, la memoria dalla fantasia.

Stefania Fabrizi (Roma, 1958) apre al pubblico la sua “scatola”, svuotandola disordinatamente in una stanza della Galleria romana di Dora Diamanti: una serie di fogli di carta, strappati da un blocco per schizzi, sono qui appesi uno dopo l’altro alle pareti bianche, una sequenza confusa di figure ambigue e terrificanti appare prepotentemente allo sguardo dello spettatore.


Senza titolo (2010)

La pittura della Fabrizi è potente ed energica, riesce a esprimere tutta la forza e la violenza dei suoi strani soggetti: mutanti, guerrieri, personaggi storici e mitologici, supereroi, pugili, esseri che appartengono a mondi diversi, al passato e al futuro dove realtà e finzione penetrano l’una nell’altra, come accade ormai nella società contemporanea dove reality e fiction purtroppo hanno avuto la meglio, sostituendosi nella maggior parte dei casi alla vita reale. L’artista, cosciente di questo inarrestabile cambiamento socio-culturale, rappresenta la lotta ancestrale tra bene e male, tra i buoni e i cattivi dell’immaginario collettivo, tra eroi e antieroi, prefigurando, attraverso la drammaticità dei suoi disegni, la vittoria schiacciante dei malvagi, di quelli violenti da cui oggi l’uomo sembra essere più attratto.


Senza titolo (2010)

Davanti a questa serie di opere l’impatto è destabilizzante e caotico, è difficile all’inizio riconoscere, collegare, capire…di trovarsi letteralmente dentro l’occhio dell’artista, un occhio che vive e pulsa, che respira davvero; è lo stesso occhio a sorreggere l’intero mondo visivo della Fabrizi: infatti, scendendo le piccole scale della galleria, lo spettatore si trova di fronte al primo piano di questo vigile bulbo oculare che insieme scruta, pensa e sente. Concependo il solo sguardo come atto creativo, ovvero come possibilità di re-disegnare il passato e insieme di pre-figurare l’oscuro destino dell’umanità, Stefania Fabrizi diventa l’Occhio attraverso cui lo spettatore può finalmente “vedere con la mente” dell’artista, vivere le sue paure e i suoi sogni, condividere dubbi e incertezze e riflettere sulla base di esperienze diverse.

Marta Brunori


Stefania Fabrizi - Io sono l'occhio
a cura di Micol di Veroli
dal 20 maggio al 31 luglio 2010
Galleria Dora Diamanti Arte Contemporanea, Via del Pellegrino 60 - Roma
www.doradiamanti.it

 

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