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Roberto De Paolis. QUI E MAI ALTROVE

Gioved́ì 18 settembre. Inaugurazione della personale di Roberto De Paolis presso la galleria Oredaria Arti Contemporanee. Questo è stato solo una dei tantissimi vernissage che assomigliano sempre più a cocktail di rappresentanza, veri e propri eventi mondani, in cui l’attenzione per le opere è sempre minore. Nella stessa serata sono state inaugurate altre due mostre in via Reggio Emilia, e credetemi, sembrava fosse stato organizzato un party (inter-gallerie) per “intellettualoidi” radical-chic, dove il chiacchiericcio spicciolo e i falsi sorrisetti diventano strumenti preziosi per farsi notare e ottenere qualche incarico lavorativo. Non voglio essere del tutto negativa, infatti penso che l’idea di aver coordinato più opening di mostre sia stata molto buona, anche se il pubblico degli spettatori rimane sempre un po’ troppo di nicchia e popola gallerie e spazi espositivi solo il giorno del “grande evento”, lasciandoli  più o meno deserti durante la durata dell’esposizione (questo problema purtroppo coinvolge la maggior parte delle gallerie romane). La mostra “Qui e mai altrove” presenta un ciclo di lavori fotografici inediti e, come l’artista dichiara,  vuole esprimere ”il concetto di solitudine e di stasi forzata in un luogo dove l’unico confronto possibile è quello con se stessi e dove avviene un’ azione costante di ricerca della propria identità”. Nelle sue fotografie, De Paolis usa una prospettiva centrale focalizzata sui soggetti (perlopiù uomini e donne in atteggiamenti meditativi) e la tecnica della lunga esposizione, con cui  ottiene immagini sovrapposte. La riflessione sul tema del doppio è un minimo comune denominatore e sembra che l’artista sia riuscito a sovvertire una delle caratteristiche fondamentali della fotografia: invece di catturare un istante introduce (e riproduce) due diversi momenti, due dimensioni, inserendo una durata e dilatando l’attimo immortalato dallo scatto fotografico. I supporti variano dalle stampe su plexiglas ai light boxes, da grandi installazioni a piccoli formati. Facendo riferimento all’affermazione dell’artista, le opere dovrebbero provare ad illustrare una condizione quasi esistenziale dell’uomo, agendo come dispositivi indagatori nella coscienza di ognuno di noi. Non vorrei aver dato una lettura eccessivamente precisa della dichiarazione di De Paolis, ma personalmente le sue fotografie mi sono sembrate dei buoni lavori che potrebbero adattarsi più felicemente a spot pubblicitari, in cui lo spettatore diviene un destinatario privilegiato. Lo spazio espositivo è ben allestito e l’illuminazione (nota dolente delle mostre di fotografia) riesce a non disturbare eccessivamente la superficie delle opere, anche se, in alcune, l’effetto “di riflessione” fa confluire l’immagine dell’osservatore in quella fotografica.

Claudia Cavalieri


QUI E MAI ALTROVE - Roberto De Paolis

a cura di Angel Moya Garcia

dal 18 settebre al 22 novembre 2008

OREDARIA ARTI CONTEMPORANEE, Via Reggio Emilia 22-24 - Roma

www.oredaria.it

 

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