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Un po' d'Italia a ritroso nel tempo

Ci pensano subito Michelangelo Pistoletto e Omar Galliani a mettere le cose in chiaro: i loro due lavori messi a confronto all’ingresso della galleria Edieuropa (datati rispettivamente 1970 e 2008) fanno intendere le linee guida della mostra “Arte senza tempo”, un percorso a ritroso che toccherà momenti significativi della storia dell’arte dagli anni quaranta ad oggi – anzi, da oggi agli anni quaranta –  un mare magnum solcato rigorosamente da navi battente bandiera italiana. La galleria sembra l’immenso studio di un’abitazione odierna, fra computer, libri, cataloghi, poltrone e due festosi cagnolini che si rincorrono per le stanze; un ambiente insolitamente informale per una galleria “istituzionale”, attiva fin dagli anni sessanta. Magari è solo colpa delle opere appese alle pareti: si tratta infatti di lavori piuttosto inconsueti rispetto alla produzione cui gli artisti esposti ci hanno abituati nelle principali collezioni. Ci sono Alighiero Boetti e Giuseppe Capogrossi, Giulio Turcato e Carla Accardi, Pietro Consagra e Achille Perilli, Bice Lazzari e Toti Scialoja; insomma, alcuni dei mostri sacri della contemporaneità italica, molti dei quali furono anche animatori della galleria negli anni settanta – allora Editalia – messa a disposizione dal proprietario a mo’ di laboratorio artistico e all’occorrenza spazio abitativo. Al loro fianco vengono presentate nuove proposte, in particolare cinque artisti con una selezione di opere prodotte negli ultimi due anni: si tratta di Benedetto Pietromarchi (efficace con “Equilibrio”, foto subacquea di una statua eseguita dallo stesso Pietromarchi che affonda in acque profonde), Gianluca Murasecchi, Chiara Tommasi, il già citato Omar Galliani e Danilo Bucchi (da segnalare il suo “Pagine di taccuino (conserv-azione)” targato 2008: una tela con soggetti umani malapena riconoscibili, dei disegni che s’aggrovigliano e si deformano diventando scarabocchi, come nella migliore tradizione dei taccuini). Quella di Bucchi è proprio l’opera più recente all’interno della mostra: un percorso che si conclude con “Rarefazione siderale” di Prampolini (1940), la cui partecipazione all’esposizione ne ricorda la fondamentale influenza su tutta l’arte italiana del secondo dopoguerra, a partire da Alberto Burri. La scelta degli artisti di “Arte senza tempo” è senz’altro significativa, specie per quanto riguarda il periodo fino agli anni ’80; più dei volti nuovi, colpisce infatti la qualità dei pezzi dei grandi nomi, alcuni di grande pregio come il ricamo di Boetti (“Fortuna, sfortuna”, 1984), la serie di “Fumetti” di Perilli (datata 1963, di tutt’altro tenore rispetto alle riconoscibili astrazioni geometrizzanti) ed un fantastico Capogrossi “materico” degli anni ’60. I lavori sono rivolti ad un pubblico di cultori (penso a collezionisti in cerca del pezzo raro), ma al tempo stesso risultano godibili da chiunque abbia un’idea della dinamiche dell’arte contemporanea italiana dagli anni quaranta e cinquanta in poi. L’allestimento cronologicamente al contrario non è una novità assoluta e rischia di isolare troppo la produzione dei “nuovi” rispetto agli artisti già affermati; forse un lavoro di accostamento avrebbe contribuito ad instaurare relazioni in grado di valorizzare i diversi momenti storici (anche se, stando alle opere esposte, non sembra facile stabilire punti di contatto, analogie o differenze). “Arte senza tempo” rimane comunque un ottimo esempio di come una galleria possa muoversi, fra la necessità di dover fare i conti con i pezzi pregiati e lancio di prospetti interessanti nel panorama contemporaneo del Belpaese. Il coinvolgimento degli street-artist Bros e Ozmo che hanno eseguto un murales site specific - ora rimosso - nel chiostro antistante l'ingresso della Edieuropa proprio durante il mese di luglio è da considerarsi un ulteriore segnale positivo in tale direzione.

Saverio Verini


Arte senza tempo

dal 9 al 29 luglio e dall'8 al 30 settembre 2008

Galleria Edieuropa, piazza Cenci 56 - Roma

www.galleriaedieuropa.it

 

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