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Die Ordnung der Engel


Immagini, scritte, materiali che fanno riferimento alla storia tedesca, alla mitologia nordica e orientale, all’alchimia, all’ebraismo e alla cabala, sono fusi e depositati in un labirinto di simboli, di richiami e di evocazioni.

La struttura delle opere di Anselm Kiefer è simile ad una stratificazione archeologica, resti che si accumulano sulle tele come gli strati della storia umana e geologica. Tale storia affiora nei nuovi lavori dell’artista esposti presso la Galleria Lorcan O’Neill di Roma fino al 1 settembre 2010.
Si tratta di opere che non prediligono un solo medium, in cui l’artista sovrappone strati di colore a impasti di vari materiali rivelando la sua costante attenzione verso gli oggetti più comuni: rami di palme, felci, semi d’oro, frammenti di vetro e ceramica, vestiti, cenere e sabbia su superfici simili a paesaggi desolati, pietrificati, ove la presenza umana si rivela solo attraverso frammenti e rovine, attraverso la sua assenza. In questi paesaggi primordiali irrompe la scrittura che, lungi dall’essere una semplice didascalia, si trasforma in un espediente per operare la rottura del silenzio, facendo riemergere il rimosso.
L’artista grazie alla parola dipinta invoca eroi mitici, poeti, filosofi, personaggi dell’antichità, presentando simultaneamente diverse dimensioni temporali, al fine di ricomporre la cultura tedesca, originariamente un tutt’uno di mitologia germanica e spirito ebraico, poi ridotta in macerie dalla storia, in primo luogo dal massacro degli ebrei.


Jakobs Traum
(2010)

Kiefer tenta di ricreare quell’unità perduta combinando in opere come “Johannis” o “Liliths Toechter”, entrambe del 2010, diverse visioni del mondo, cabalistica e mitologica, pagana ed ebraica. Nel primo la presenza dell’albero sembra richiamare alla mente l’albero cosmico, l’Yggdrasil, il world ash tree del mito nordico, dai cui rami si estende tutto il mondo includendo l’uomo e gli dei, ma anche l’ “albero della vita”, una delle immagini più ricorrenti usate nella Cabala, ove l’unità divina originaria è la radice, la linfa vitale, mentre i rami rappresentano le dieci emanazioni o sefiroth, in cui l’unità si è frammentata. La presenza della scritta “Johannis” infine potrebbe ricondurci ai riti della notte di san Giovanni, celebrata in Germania come Johannis-Nacth il 24 giugno che coincide con il solstizio d’estate. In questo evento, caratterizzato dal recupero di antichi riti legati al fuoco fusi con riti cristiani, ruote di fuoco sono tradizionalmente posizionate sulle sommità delle colline.


Johannis
(2010)

Hitler scelse questo giorno nel 1941 per l’invasione della Russia, aggiungendo, di conseguenza, una connotazione militare alla celebrazione e operando, in un certo senso, il suicidio della cultura tedesca, che nel mito potrebbe corrispondere alla separazione tra l’uomo e gli dei, e nella Cabala al ritrarsi di Dio e alla frammentazione dell’unità divina, evocata anche in altre opere esposte.  In “Liliths Toechter” e “Shechinah”, la protagonista è Lilith, una sorta di proto-femminista, designata come prima moglie di Adamo, che rifiutò di giacere sotto l’uomo e fuggì per condurre una vita di indipendenza e di promiscuità. Tuttavia, secondo la tradizione, questo personaggio non è del tutto negativo: vi è fra i suoi attributi, il ruolo di sposa di Dio, Shechina, ad indicare forse l’inseparabilità del bene e del male. In entrambi i lavori citati, questa figura è associata a vestiti logori e sporchi, ricoperti di cenere che ricordano gli indumenti abbandonati dalle vittime dei campi di concentramento, e da nomi o numeri, riferibili alle dieci emanazioni divine, resti di qualcosa che era in vita, magici strumenti usati dall’artista nel processo di rinascita, riemersione di ciò che è stato dimenticato. Figure femminili vengono evocate anche in altre due particolari opere: “Danae”, scultura costituita da un girasole sorto su libri di piombo, probabilmente ad indicare l’inaccessibilità della cultura da un lato, e il tentativo di farla rinascere dall’altro, e “Regina Coeli” esposta nel secondo spazio della galleria, non lontano dal carcere omonimo, in cui vediamo una sfera celeste di ferro, contenente sfere più piccole, d’oro e d’argento (sole e luna), poggiata sulle spalla di una figura femminile a grandezza naturale. Abiti logori ritornano in Jakobs Traum, associati ad una scala, evocazione della scala innalzata verso il cielo del sogno di Giacobbe, una scala disposta verticalmente, che tuttavia sembra sul punto di crollare, vittima dell’epoca di Saturno, che costruisce distruggendo. Potrebbe trattarsi inoltre di un’ allusione alla storia, che talvolta costruisce il presente distruggendo il passato, minando continuamente l’equilibrio di una conoscenza che rischia di cadere nell’oblio, e di conseguenza, al tentativo, costante e doveroso da parte dell’artista, di ricomporre i pezzi.


Carmela Rinaldi


 

Anselm Kiefer - Die Ordnung der Engel
Dal 14 maggio al 1 settembre 2010
Galleria Lorcan O’Neill Roma, Via Orti D’Alibert 1/e
www.lorcanoneill.com

 

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