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(Messa a) fuoco cammina con me

Avete presente da piccoli, quando alle prime visite ottiche l’oculista vi misurava le diottrie? Almeno per quel che mi ricordo era una sensazione straniante, con la mia capacità visiva amplificata o ridotta in base al sottile movimento di una piccola manopola da parte dell’oculista: in un attimo la messa fuoco era ottimale, un istante dopo ero incapace di distinguere persino un volto a me caro, e viceversa. Ho temuto, per qualche istante, di non avere più il controllo delle mie facoltà ottiche quando mi sono imbattuto nella prima foto di Sebastiano Bontempi, fotografo – o meglio, direttore della fotografia – ospitato col suo ciclo “Focus: into the fire” presso il locale-galleria-pub Contestaccio. Da lontano percepivo immagini confuse, e man mano che mi avvicinavo la situazione non migliorava, eccezion fatta per un'unica figura al centro dell’immagine; quella ś che era davvero “messa a fuoco”.

Poi, guardandomi attorno, ho notato che il gioco si ripeteva per tutte le fotografie esposte, tutte identicamente “effettate” con i contorni sfumati ed una sola figura tutta intera, al centro.  E’ questa la “firma” di Bontempi, il tratto distintivo di questo percorso espositivo, sul quale ha insistito in ogni scatto. Certamente non una novità assoluta questa di sfocare i contorni e di lasciare un solo dettaglio nitido, ma comunque un modo funzionale per accentrare l’attenzione su una singola componente della foto. Bontempi mette in rilievo figure umane che “squarciano” lo sfondo e si mettono in evidenza rispetto al resto. Ma più che imporsi, sembrano chiedere gentilmente permesso per questa intrusione all’interno delle nostre attenzioni, per questo istante di celebrità rubato al nostro sguardo. Non a caso le espressioni colte da Bontempi sembrano distratte, sommesse, come prese alla sprovvista: come se pensassero di non meritarsi tutto questo spazio.

Ne scaturisce un effetto di drammatizzazione, un senso di indefinita attesa in quell’attimo sospeso, prima che la persona ritratta prema di nuovo “play” e riprenda la marcia per le popolate strade di Pechino, set delle fotografie di Bontempi. “Vedere la normalità” è il titolo e la missione dell’intero festival di fotografia in corso a Roma e  Bontempi sembra prenderla alla lettera, cercando tuttavia di cogliere quegli aspetti che rendono un’immagine comune interessante, attraverso una “messa a fuoco” che inevitabilmente non pụ che catturarci, almeno per un po’. Riesce insomma, senza particolari effetti speciali, a farci “vedere la normalità”: da oggi ho ufficialmente scelto Sebastiano Bontempi come mio nuovo oculista.

Saverio Verini


7a edizione di FotoGrafia-Festival Internazionale di Roma

Focus: into the fireSebastiano Bontempi

A cura di Giovanna Salvator

Conte Staccio, Via di Monte Testaccio, 65/b - Roma

dal 4 aprile al 25 maggio 2008

 

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