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Entrando nella galleria, le due stanze, in quel pomeriggio completamente vuote, sembrano fatte appositamente per la mostra. Undici fotografie di grande formato e ventitre polaroid che danno da subito una sensazione di vuoto, di assenza. Non ci sono persone e sembra non esserci vita. Ma la vita c’è stata: nella serie L’ordine del caos, nella prima delle due stanze, si fondono questi due termini apparentemente contraddittori in immagini di ambienti non identificabili arredati da un ammasso di vecchie cose, da scrivanie a mobili a scaffali, quasi a sottolineare la non-vita attuale del posto e la vita vissuta in passato, le cui tracce sono i rifiuti. Una completa anarchia di oggetti, in cui forse un ordine ci sarà, concretamente immortalata dall’obiettivo di Fabrizio Ceccardi.
Se il tema del festival della fotografia è “Vedere la normalità”, Ceccardi, al contrario vede nel quotidiano la non-normalità, costruendo scene irreali, ma molto realistiche. Anche nella seconda stanza della galleria, che contiene la serie delle Stanze segrete, lo scenario è abbastanza, volutamente, desolante. Stanza segreta 16, ad esempio, è un complesso di forme astratte ma riconoscibili, giocato tutto sull’illuminazione frontale e sui riflessi che la luce apporta alle forme. Molto più chiara, ma solo ad un primo sguardo, è, invece, Senza titolo 01, caratterizzata da un insolito formato di 220 x 80 cm; si riconoscono perfettamente quasi tutti gli oggetti, ma questo non basta a mascherare l’irrealtà della composizione. Viene da domandarsi cosa ci fanno ĺ, disposti in quel modo, anche bizzarro, ma forse un compito quegli oggetti l’hanno già svolto in passato e ora sono ĺ, in un ordine caotico a farsi immortalare nella loro metafisicità.
Antonio Pizzolante
In contumacia. Fotografie di Fabrizio Ceccardi
a cura di Eva Clausen
dal 10 aprile al 31 maggio 2008
Galleria Luxardo, via Tor di Nona 39 - Roma
