Sei qui: Home Magazine ARCHIVIO SC MAGAZINE
  • Increase font size
  • Default font size
  • Decrease font size
Cerca

www.sguardocontemporaneo.it

Giornata al Palazzo delle Esposizioni (parte I)

Sfruttando la tessera annuale che mi sono appena aggiudicato per il Palazzo delle Esposizioni, decido di passare qualche ora nel cuore del pomeriggio all’interno del centro espositivo. Rothko, Crewdson e gli altri sono ormai passati; stavolta è il turno di Velocità, Cina contemporanea e, al piano terra, National Geographic (avviso il lettore che non mi occupeṛ di quest’ultima proposta del Palazzo, almeno non oggi). Nessun legame fra le prime due mostre, ma a vedere il passo con cui la Cina sta progredendo, ho come l’impressione che il mito della velocità si riferisca al paese emergente. In realtà “Il mito della velocità” è il titolo dell’esposizione allestita al primo piano: ad una prima occhiata mi sembra una pacchianata, ma dietro ferrari ultramoderne e velivoli d’epoca (comunque interessanti, specie per chi si sveglia anche alle 4 di mattina pur di non perdere il warm-up del gran premio di Malesia) ci sono tante tele che ricostruiscono davvero bene l’attrazione esercitata dai nuovi mezzi di trasporto all’inizio del novecento. Un’esposizione che, sotto la cura di Eugenio Martera e Patrizia Pietrogrande, racconta la storia italiana del secolo passato alla luce della velocità e alla velocità della luce. Quindi scenari, set, documenti cartacei d’altri tempi (lettere solenni vergate – mi piace immaginare – al ritmo incalzante degli speaker radiofonici di inizio secolo) e testimonianze offerte non solo da automobili, moto e motori, ma anche da cinema, design, moda e dalle arti visive. A mettere le cose in chiaro c’è subito D’Annunzio: “L’automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità di una seduttrice, ma per contro delle donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza”. Le didascalie sotto i roboanti modelli automobilistici riportano puntualmente tutte le caratteristiche tecniche del veicolo; grazie, ma personalmente cilindrata, motore, potenza e velocità massima a me interessano poco. Meglio rivolgersi alle opere d’arte in senso canonico (anche se molti potranno contestare il fatto che non vi includa i prototipi dei veicoli). I futuristi sono avversari della lentezza contemplativa e seguendo il loro consiglio sposto rapidamente l’attenzione sulle loro tele. Non manca nessuno all’appello: Boccioni, Russolo, Severini, Balla, Dottori, Depero, accompagnati dai meno noti (almeno per me) Roberto Baldessari, Pippo Rizzo, Ivanhoe Gambini ed un inaspettato Sironi, non coś frequentemente esposto nella sua “veste” futurista. Tram in corsa, automobili lanciate, motociclisti in gara, scalatori in volo: non riesco a capire se sono io a camminare o loro a sfrecciare. I titoli, espliciti quanto pomposi, descrivono il fermento attorno alle novità in campo tecnologico del primo Novecento. Si parte coś dal “Dinamismo di un treno in corsa nella notte” (1911) di Luigi Russolo, passando per “Automobile + Velocità  + Luce” di Balla del ’13 e il “Ciclista moltiplicato” (1924) di Depero, fino al “Trittico della Velocità” di Gerardo Dottori (iniziatore dell’aeropittura; l’artista umbro ha tratto grande ispirazione nelle condizioni più estreme) realizzato fra il ’25 ed il ’27, vero e proprio manifesto delle intenzioni della mostra. Sport, velocità, competizione, agonismo sono i temi portanti di questa sezione: fanno molto “futurismo” (ai limiti del fascismo; in seguito vi sarà una vera e propria adesione – ahiloro – di alcuni artisti al regime). Il dinamismo è esasperato, a costo di perdere per strada linee e forme: a costo di diventare “antigrazioso”. La scomposizione non è più quella analitica del cubismo, ma intende conferire un senso di spostamento “reale” – rigorosamente in avanti – dei soggetti. Nonostante gli azzeccati titoli delle sezioni, seguitando nelle sale del percorso espositivo, noto che la mostra acquisisce sempre più un taglio documentaristico stile “La Storia siamo Noi”. Lo “spirto guerrier” delle opere, coś come quello delle vetture, si addolcisce col passare degli anni: gli interventi dei vari artisti (soprattutto gli esponenti più brillanti dell’arte cinetica) si spostano verso un orientamento rivolto alla “hi-tech”, privilegiando la novità del computer con i suoi effetti ottici e luminosi. Tra Alfa Giuletta e Fiat Torpedo i quadri alle pareti quasi scompaiono, ignorati dalla quasi totalità dei visitatori, attratti dallo scintillio di modelli sempre fiammanti, ma meno aggressivi: dopo la seconda guerra mondiale l’automobile non è più compagna di cavalcate solitarie ed indomite, piuttosto comodo mezzo di trasporto per gite domenicali fuori porta assieme alla propria signora. Designer come Pininfarina e Bertone fanno capolino sulla scena trasformando la fisionomia delle “macchine” e, con esse, del costume (come puntualmente dimostrano giornali e pubblicità dell’epoca, abiti, video ed accessori oggi oggetti di culto per collezionisti di modernariato). Peccato che poi la mostra prenda una brutta piega nelle ultime battute; la sala conclusiva pare una concessionaria ad uso e consumo di sceicchi alla ricerca del modello più avveniristico, tant’è che  mi chiedo se per caso non si sia aperto un varco temporale che m’ha portato direttamente all’interno del prossimo Motor Show. Nonostante “Il mito della velocità” punti forte sugli effetti speciali (scelta assai discutibile, forse per mascherare alcuni vuoti contenutistici), la mostra ha l’indubbio merito di essere davvero “popolare”. Un percorso che entusiasmerà il giovane appassionato di motori (magari capitato solo per toccare una delle roboanti Ferrari), gratificherà l’osservatore medio attento al costume, ai ricordi nostalgici del boom economico e alla presentazione d’insieme; da ultimo non dispiacerà al cultore delle arti.

Saverio Verini


Il mito della velocità. Arte, motori e società nell'Italia del '900

a cura di Eugenio Martera e Patrizia Pietrogrande

dal 19 febbraio al 18 maggio

Palazzo delle Esposizioni, Via Nazionale 194 - Roma

www.palazzoesposizioni.it

 

Pubblica questo Articolo

Facebook Twitter Google Bookmarks RSS Feed